Home Sport Il salto il lungo di Bob Beamon raccontato con Andrew Howe a Il Falco e il Gabbiano di Enrico Ruggeri
Il salto il lungo di Bob Beamon raccontato con Andrew Howe a Il Falco e il Gabbiano di Enrico Ruggeri

Il salto il lungo di Bob Beamon raccontato con Andrew Howe a Il Falco e il Gabbiano di Enrico Ruggeri

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Oggi, venerdì 7 ottobre, Enrico Ruggeri racconta a Il Falco e il Gabbiano “la storia di un’impresa sovrumana”, come la chiama lui. “Quel giorno a Città del Messico – annuncia Ruggeri in video  – nel 1968 un uomo che si chiamava Bob Beamon sale in pedana.

 

 

Il primato del mondo del salto in lungo era 8,35 m. Lui sale in pedana e fa 8,90 m. Migliora di 55 cm il primato del mondo. E rimane imbattuto questo primato per decenni”. Enrico Ruggeri racconta la storia di quel salto e di quell’incredibile atleta alle 15.30 su Radio 24 insieme all’attuale detentore del primato italiano di salto in lungo Andrew Howe.

La storia di Robert “Bob” Beamon è una storia tipicamente americana, una storia di un uomo che ha vissuto un grande momento di riscatto ed è diventato un eroe in un momento politico molto difficile proprio per gli Stati Uniti. Questo perché Robert Beamon è un ragazzo di colore, che cresce nella New York del dopoguerra, in un quartiere difficile, quello del Queens, dove i neri vengono ancora chiamati “negri” e vengono trattati come tali, in una società che non ce la fa proprio a superare le barriere razziali.

Come in tante delle storie raccontate a Il Falco e il Gabbiano è lo sport a creare l’occasione del riscatto per il giovane Robert. La sua disciplina è il salto in lungo, uno sport che Bob Beamon interpreta a modo suo. Rompendo i classici schemi del salto, il nostro campione inventa la così detta “pedalata”, un movimento circolare delle gambe che Beamon effettua dopo aver staccato il piede d’appoggio. Una specie di pedalata di bicicletta fatta a mezz’aria, quasi a voler camminare sull’aria. E poi le braccia che si aprono come le ali di un’aquila e sembrano aggrapparsi a qualcosa per dare una ulteriore spinta al corpo. Gli effetti di questa combinazione di movimenti all’apparenza sgraziati e scoordinati sono devastanti nei risultati perché Beamon salta sempre più lontano di tutti i suoi compagni.

Campione nello sport e campione nella vita. Nel 1972 Beamon conclude gli studi universitari e si laurea in sociologia. Un altro traguardo incredibile per un ragazzo dei quartieri bassi che quando inizia il college non sa quasi leggere e scrivere. Abbandona le competizioni e si dedica ai bambini, andando in giro per il paese, incontrando nelle scuole i ragazzi, insegnando loro i valori dello sport, valori sani, per allontanarli dalla strada e poter aspirare ad un futuro migliore, esattamente come è successo a lui.

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