Lo stress cronico ci mangia la memoria
Un esperimento sui topi ha dimostrato che la memoria a breve termine viene danneggiata fortemente dallo stresso cronico: e gli effetti si possono “leggere” nel cervello.
Lo stress prolungato danneggia e la memoria e lo stesso sistema immunitario giocherebbe un ruolo chiave nello sviluppo di questo indebolimento cognitivo, stando alle conclusioni a cui sono giunti i ricercatori dell’università dell’Ohio.
Perdita di memoria
Per il momento gli studiosi hanno osservato il fenomeno su alcuni topolini di laboratorio, nella speranza che, un giorno, il loro lavoro possa essere il punto di partenza per il trattamento delle persone che, avendo vissuto situazioni di particolare stress prolungato (vivendo in zona di guerra, ad esempio) ne portano i segni indelebili impressi nella propria mente e manifestano problemi alla memoria. Stress cronico, per intenderci, non il nervosismo ordinario che ci può prendere prima di un esame o di un appuntamento importante.
L’esperimento
Gli autori dello studio, pubblicato da The Journal of Neuroscience, sottolineano che si tratta della prima volta che viene stabilita una relazione tra la memoria a breve termine e lo stress prolungato, anche se soltanto su delle cavie da laboratorio: in questo caso lo stress era costituito dalle ripetute intrusioni di un grosso topo piuttosto cattivo. Più i topolini erano stati sottoposti a periodi di stress, più per essi risultava difficile trovare la via di fuga dalla gabbia in cui era stato introdotto il visitatore indesiderato; le cavie meno stressate, viceversa, risultavano più abili nel fuggire.
I topi utilizzati nell’esperimento sono stati esposti ripetutamente alle “angherie” di un topo-alfa che, con il suo comportamento dominante, ha stressato socialmente gli esemplari, in modo da ricreare una situazione analoga a quella che sperimentano spesso gli esseri umani e cercare di indagare nei segreti di situazioni come l’ansia, la depressione, il disturbo post-traumatico da stress.
Gli effetti sul cervello dello stress
L’aspetto più interessante, tuttavia, riguardava la misurabilità dei cambiamenti avvenuti nel cervello: una risposta infiammatoria, attivata dal sistema immunitario, veniva innescata proprio dalla situazione di stress e risultava associata alla presenza delle cellule immunitarie, chiamate macrofagi, nel cervello dei topi stressati. L’impatto dello stress sulla memoria e la conferma dell’infiammazione cerebrale che ne deriva rappresentano un’importante nuova scoperta: se infatti è stato possibile identificare il problema, in futuro si potrebbe trattarlo dal punto di vista farmacologico o comportamentale, cercando una strada in grado di interrompere l’infiammazione.
Sintomi da stress (oltre la memoria)
Gli scienziati hanno evidenziato, nei topi stressati, problemi con la memoria spaziale che subentrano nell’arco di 28 giorni; una certa tendenza all’isolamento sociale, correlato al comportamento depresso, che è proseguito anche oltre le quattro settimane. Infine un deficit nello sviluppo di nuovi neuroni, manifestatosi in un arco di tempo compreso tra 10 e 28 giorni dopo la fase di stress prolungato. Dopo la somministrazione di un farmaco, però, gli effetti sulla perdita di memoria sembravano svanire, così come diminuiva la presenza di macrofagi nel cervello; purtroppo, però, restavano inalterati i problemi cerebrali e i sintomi depressivi, aspetti più inquietanti e difficili da affrontare, tra quanti sono legati allo stress cronico.
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