Emoji, addio alle emozioni universali: spesso creano equivoci
Nate in Giappone a fine anni ’90, le emoticon sono state create con l’intento di rendere universali gli stati d’animo degli utenti di tutto il mondo. Ma uno studio condotto dall’università del Minnesota, è pronto a sostenere il contrario, affermando che le celebri emoji spesso sono fonte di equivoci e fraintendimenti.
Per dare vita alla ricerca, gli studiosi hanno sottoposto a 334 persone 125 ‘faccine’, chiedendo loro di attribuire un punteggio compreso tra -5 e +5 a seconda del grado di negatività o positività che gli suscitava l’emoticon. Il sondaggio si è svolto online e il team di ricercatori ha rivolto agli utenti due domande ben precise:
• ‘Quanto ritieni positiva questa emoticon?’
• ‘Cosa significa per te questa emoticon?’
Dopo aver elaborato i dati, gli esperti hanno creato dei grafici da cui emerge chiaramente, che anche gli utilizzatori dello stesso sistema operativo (android, ios, microsoft), ben 1 su 4, interpretano la stessa faccina in modo diverso.
Da quanto si legge nello studio, secondo gli esperti: “La natura visiva delle emoji lascia spazio alle interpretazioni. Inoltre, esse hanno una diversa resa a seconda delle piattaforme […]. La psicololinguistica suggerisce che l’interpretazione tra due persone debba essere coerente, al fine di evitare problemi di comunicazione […]. Per le 5 piattaforme che hanno la loro versione delle 22 emoji di Unicode abbiamo riscontrato disaccordo sia in termini di sentimento che di semantica. Tale incongruenza tende ad aumentare con le differenti rese dei simboli”.
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