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Giovani iperconnessi, trasgressivi e solitari. Il rapporto Crc

Giovani iperconnessi, trasgressivi e solitari. Il rapporto Crc

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I social network come finestra sul mondo, ma anche come strumento per conoscere persone e gestire le relazioni. Una vita sempre più sedentaria davanti allo schermo del computer o della televisione. E un comportamento sempre più trasgressivo nei confronti delle droghe e del sesso. A fotografare il mondo degli adolescenti di oggi e’ il Gruppo Crc, nel suo nono Rapporto sul monitoraggio della Convenzione Onu su infanzia e adolescenza.

Al primo gennaio 2015, gli adolescenti nella fascia 14-17 anni sono 2.293.778 (il totale delle persone di minore eta’ e’ di 10.096.165). Degli stranieri residenti in Italia il 3,7 per cento (186.450) hanno un’età compresa tra i 14 e i 17 anni (l’8,1 per cento della popolazione adolescente residente in Italia). Secondo il rapporto, tra le novità più importanti c’è il fatto che i social network sono diventati lo strumento sempre più utilizzato per conoscere altre persone e per costruire e gestire una parte significativa delle relazioni con gli altri, secondo modalità profondamente diverse da quelle delle generazioni precedenti.

Stando agli ultimi dati Istat, “quella attuale e’, infatti, la prima generazione di adolescenti cresciuta in una società in cui l’essere connessi rappresenta un dato di fatto, un’esperienza connaturata alla quotidianità”: nel 2014, l’83 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni utilizzava Internet con un telefono cellulare e il 57 per cento navigava sul Web. I maggiori fruitori di tecnologia sono gli adolescenti 14-17enni, i quali utilizzano giornalmente (o più volte alla settimana) il telefono cellulare nel 92,6 per cento dei casi (contro il 67,8 per cento degli 11-13enni), nel 50,5 per cento dei casi usano il computer e nel 69 per cento dei casi navigano su Internet. Le ragazze fra gli 11 e i 17 anni usano più frequentemente dei coetanei maschi sia il telefono cellulare, sia Internet.

Tali abitudini hanno un impatto anche sulla sedentarietà degli adolescenti. Quattro ragazzi su dieci (il 42 per cento) trascorrono davanti al televisore da una a due ore al giorno; il 24,5 per cento ne fa un utilizzo ancora piu’ intenso, che va da 2 a 4 ore e il 6,2 per cento vi trascorre oltre 4 ore. Inoltre, aumenta il numero di coloro che fanno un uso intenso del pc: il 23,6% lo usa da 2 a 4 ore e circa il 12% più di 4 ore. Non e’ salvaguardato neppure il momento dei pasti e alcune interessanti ricerche stanno cercando le possibili correlazioni tra l’uso delle nuove tecnologie e il comportamento alimentare nella popolazione adolescente.

Lo studio riporta anche ricerche che restituiscono notizie allarmanti sullo stato di salute degli adolescenti. In particolare in relazione al consumo di sostanze, a comportamenti devianti e l’abbandono scolastico. Nello specifico, l’uso di sostanze psicoattive e’ in costante aumento. “Spesso, gli adolescenti usano le droghe per curiosità oppure perché procurano sensazioni piacevoli e, più frequentemente, per sentirsi accettati dal gruppo dei pari – si legge nel rapporto – Il policonsumo di sostanze, legali e illegali, rappresenta lo stile prevalente, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di alcol, tabacco e cannabis: il 63,4 per cento degli studenti che hanno ammesso il policonsumo ha dichiarato l’assunzione di queste sostanze psicoattive nei 30 giorni precedenti la rilevazione”.

Anche il comportamento sessuale dei ragazzi sta cambiando: sempre più centrato sull’apparire, incoraggiato dai messaggi che giungono dal mondo degli adulti. Il sexting, legato a un uso non consapevole dei social network, “e’ un fenomeno che può denotare (a seconda delle eta’ e delle modalità in cui avviene) un approccio alla sessualità inadeguato e l’incapacità di riconoscere i propri limiti o di opporsi alla pressione sociale: mancano percorsi idonei di educazione all’affettività e alle emozioni – sottolinea il rapporto -. Inoltre, a dimostrazione della dimensione dei rischi a cui i ragazzi e le ragazze si espongono quotidianamente, utilizzando la Rete, oltre il 60 per cento degli intervistati di una ricerca afferma che condividere le proprie foto a sfondo sessuale e’ una scelta individuale”.

Inoltre, secondo i dati dell’Osservatorio sul gioco d’azzardo (rilevati su un campione di circa 4 mila giovani) emerge che tra i nativi digitali: l’11,5 per cento dei ragazzi intervistati gioca regolarmente d’azzardo online; il 13 per cento scommette online, sul calcio per il 77 per cento e su altri sport per il 10,4%; il 29 per cento gioca anche nei centri scommesse (in genere gli adolescenti dai 17 ai 19 anni) e punta per l’88% sul calcio. Non sono positivi neanche i dati su bullismo e/o cyberbullismo, anche omofobico: oltre il 50 dei giovani ha subito un episodio di questo tipo (dati Istat). Il 19,8 per cento e’ vittima assidua di una delle tipiche azioni di bullismo, cioè le subisce più volte al mese”. Si sottolinea poi che “tra i ragazzi utilizzatori di cellulare e/o Internet, il 5,9 per cento denuncia di avere subito ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network”. Le ragazze sono le vittime più frequenti di cyberbullismo (7,1% contro il 4,6% dei ragazzi).

Il rapporto ricorda anche che l’Italia e’ tra i Paesi europei con il più alto tasso di dispersione: nel 2014, il 15 per cento dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha conseguito al massimo il titolo di scuola media. Le maggiori criticità, come noto, si concentrano nel biennio della scuola secondaria superiore: riguardano, cioè, proprio i 14-15enni che cercano di transitare dall’istruzione secondaria inferiore a quella superiore; ed e’ tra loro che si registrano i tassi più alti di non ammissione alle classi successive, di ripetenza e di interruzione del percorso di studi. Si tratta di criticità connesse principalmente alle caratteristiche del nostro sistema educativo, strutturato in un’offerta formativa “a scalini” e poco integrata, in cui non solo le transizioni tra i diversi ordini di istruzione sono poco supportate, ma nei vari passaggi si perdono via via quote di studenti. Si conferma la tendenza in crescita, all’interno del sistema nazionale d’istruzione, degli alunni con disabilita’ che, pero’ si concentrano soprattutto nella scuola primaria, e nella secondaria di I grado, mentre nella scuola secondaria di II grado la percentuale scende al 2,2%, con un’evidente dispersione scolastica degli adolescenti con disabilita’ al termine della scuola dell’obbligo. Molti dispersi finiscono per rientrare nella categoria dei Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano. L’Istat ne ha contati oltre due milioni, circa il 24% dei giovani tra i 15 e i 29 anni; una quota significativamente superiore alla media dell’Unione Europea. (www.redattoresociale.it)

(dire.it)

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