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Il tradimento

Il tradimento

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Un dato di fatto: una delle più grandi paure di chi è innamorato è quella di essere tradito. Il sentimento amoroso si accompagna inesorabilmente a un certo grado di gelosia e di possessività nei confronti dell’altro che, se da un lato è indice di un genuino attaccamento, può sconfinare nell’ossessione.
Il termine “tradire” deriva dal latino tradere cioè consegnare, sottintendendo verosimilmente “al nemico”. Tradire vuol dire violare la fiducia accordata e, se parliamo di una coppia, significa violare il patto di monogamia.
Nell’antica Grecia il fatto era considerato reato solo se commesso con una donna di ceto sociale elevato, essendo ben tollerata la relazione intrattenuta dagli uomini con prostitute o schiave. Nell’antica Roma, la concezione dell’adulterio variò in base al momento storico, ma arrivò perfino ad essere considerato un reato punibile con la morte in base alla Lex Iulia de adulteriis. Nel Medioevo la donna presunta fedifraga veniva sottoposta alla prova del ferro rovente (ordalia).
Fino al 1968 l’adulterio era considerato un vero e proprio reato, oggi rimane un comportamento contrario all’ art. 143 del Codice Civile che fissa i diritti e i doveri dei coniugi ponendo al primo posto l’obbligo di fedeltà derivante dal matrimonio.
Ci sono molti tipi di tradimento: quello reale, quello mentale, quello virtuale, quello onirico, etc. Allo stesso modo, ci sono molti tipi di reazioni: il partner può decidere di perdonare, può giustificare l’altro, può chiudere irrevocabilmente la relazione, può usare l’arma della vendetta.
Solitamente si tradisce perché qualcosa non funziona o manca nella coppia. Il tradimento quindi diventa una via di fuga dai problemi della vita a due, una valvola di sfogo per una parte di sé che non trova soddisfazione nella relazione attuale, che viene comunque mantenuta.
Il secondo movente può essere la noia, così la scappatella diventa un modo per spezzare una routine logorante, per sentirsi vivi e seducenti, e magari riaccendere il fuoco della passione anche nel letto coniugale.
Infine, c’è chi tradisce per puro diletto, per assaporare il brivido della trasgressione o per avere conferme sulle proprie capacità di seduzione con cui cementare una fragile autostima.
A questo punto c’è da chiedersi se l’uomo è un essere programmato per essere monogamo o poligamo, ma la questione è lunga e complessa. Se guardiamo al mondo animale, sembra prevalere un innato istinto che fa tendere verso la poligamia, che moltiplica le possibilità di perpetuare un ampio patrimonio genetico.
D’altro canto, anche la monogamia ha i suoi vantaggi: un uomo convinto della lealtà della propria compagna darà alla prole maggiori garanzie di sopravvivenza, assicurandole sostegno umano ed economico.
In conclusione, a prescindere da ogni patto sociale, la scelta di stare con una persona si rinnova ogni giorno e, laddove si affacci la crisi nella coppia, sarebbe più saggio e funzionale parlarne col partner e trovare una soluzione insieme, invece di “fuggire” e rischiare di perdere la persona amata!

Lo sapevi che…

In estate si tradisce di più. Secondo 4 persone su 5 è vero. Alcuni (il 52% degli uomini e il 33% delle donne) sono convinti che lo si faccia per colpa di un qualche incantesimo erotico di stagione, mentre il 30% degli uomini e il 48% delle donne è convinto che si tradisca solo quando la coppia è in crisi.

Tradimento e ufficio: un connubio pericolosissimo e sempre più frequente nella vita di donne e uomini. I dati parlano chiaro; un italiano su tre ha vissuto o vive un rapporto di questo tipo e ben l’80% desidera ardentemente il collega.

Quasi tutti i grandi mammiferi sono poligami: i leoni, i gorilla, le giraffe, i bufali, i cervi, etc. Infatti la maternità impegna a lungo le femmine, sia per la durata della gravidanza, sia per l’allattamento e per la cura della prole. In questi periodi relativamente lunghi il maschio non deve esercitare alcuna funzione, ossia non risulta indispensabile alla femmina, per cui può dedicare le sue attenzione ad altre possibili partner, corteggiarle e procreare.

(dire.it)

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