L’Aids 30 anni fa nasceva così: uno scarno comunicato di tre paginette sull’Mmwr (morbility and morbidity weekly report) l’agile opuscolo diffuso dal quartier generale del centro per le malattie degli Stati Uniti di Atlanta, segnalava ai centri sentinella americani alcune inusuali malattie in 5 giovani omosessuali maschi. Risiedevano nelle grandi aree urbane di Los Angeles e di New York e presentavano una polmonite e un raro tumore della pelle. Era il 5 giugno del 1981. Dopo due mesi i casi da 5 arrivarono a 41. Quelle segnalazioni dei Cdc sono considerate l’inizio ufficiale dell’epidemia di Aids, una malattia che ha cambiato la vita di milioni di persone, che continua dilagare nel pianeta e che ha mutato la storia della medicina. Secondo l’ultimo rapporto dell’Unaids sono più di 33 mln le persone che vivono con il virus Hiv , quasi 3 mln i bambini, mentre nel 2009 si calcola che si siano infettate 2,6 mln di persone e morte 2 mln. In Italia il virus Hiv infetta una persona ogni due ore; negli ultimi 20 anni è aumentata l’età media nella quale si contrae l’infezione (39 anni per gli uomini e 35 per le donne) e in 8 casi su 10 il virus Hiv si trasmette per via sessuale. Gli eterosessuali sono i più colpiti (65,4%) e il 25,3% non presenta fattori di rischio.
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