Agopuntura e fitoterapia in corso di dismenorrea e nei disturbi della sfera sessuale femminile
Sono numerosi i lavori, nella letteratura indicizzata, sul trattamento in agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese (MTC) delle più frequenti patologie ginecologiche . Non soltanto le patologie disfunzionali, ma anche quelle di natura infiammatoria si sono dimostrate responsive al trattamento con agopuntura e piante medicinali, integrati con farmaci della medicina scientifica . La tradizione medica cinese ha riservato fin dalla più remota antichità una particolare attenzione ai problemi ostetrici e ginecologici e trattati completi sulla diagnosi ed la terapia di patologie femminili e gravidiche erano già presenti nel XV secolo , con redazione di note molto interessanti ed acute sulle cause di malattia, desunti da testi ancora più antichi . Sebbene gli studi più recenti abbiano riguardato principalmente l’ostetricia , non sono mancate segnalazioni, anche italiane, sull’efficacia dell’agopuntura in campo ginecologico e su problematiche di vario tipo. Un’ampia revisione della letteratura clinica cinese, vietnamita e francese condotta alla fine degli anni ’80, dimostra che l’agopuntura, è efficace in corso d’algomenorree funzionali . Un ampio reportage relativo alla pratica clinica presso il Clinical Medical Hospital College di Taichung (Taiwan), dimostra che, abbinando l’agopuntura a piante medicinali, è possibile trattare cisti ovariche, endometriosi, fibromi uterini, con miglioramento non solo del dolore, ma anche dei cicli mestruali e clinico più in generale . In Italia, del tutto recentemente, sono stati proposti semplici protocolli sia con associazione fra agopuntura e piante medicinali , che con agopuntura semplice nel trattamento preventivo del dolore mestruale. Va qui ricordato che moltissime donne soffrono di dolori mestruali a carattere ricorrente (dal 15% al 70% della popolazione generale), dolori per lo più crampiformi, in regione pelvica, accompagnati in misura variabile da nausea e vomito, diarrea, gonfiore addominale e talvolta da cefalea. Questo insieme di sintomi configura la dismenorrea, che si considera primaria, o fisiologica, se non dipende da patologie dell’utero o degli annessi, da infiammazioni croniche della pelvi o dell’intestino o da anomalie anatomiche congenite. Allo stato attuale delle conoscenze, la patogenesi della dismenorrea primaria sembra far capo alle prostaglandine, che si trovano in quantità aumentata nel fluido mestruale delle donne affette. In particolare, durante la fase luteale successiva all’ovulazione, il progesterone induce lo sfaldamento dell’endometrio e quindi il rilascio degli acidi grassi accumulati nei fosfolipidi della membrana cellulare, che vengono in gran parte convertiti in acido arachidonico; si formano così nell’utero le prostaglandine e i leucotrieni che causano sia i crampi sia i sintomi sistemici. Sono soprattutto le prostaglandine E2 e F2 alfa, metaboliti dell’acido arachidonico prodotti dalle ciclossigenasi, a indurre un’intensa e protratta contrazione del miometrio e una vasocostrizione che aggrava il dolore con la componente ischemica. I sintomi sistemici sembrano invece dovuti all’attività edemigena, vasocostrittrice e algogena sulle terminazioni nervose dei leucotrieni della quarta serie, che sono i metaboliti dell’acido arachidonico prodotti dalle lipossigenasi . Il modello eziologico descritto è la base razionale della terapia della dismenorrea, sia per quanto riguarda i provvedimenti di efficacia dimostrata, sia per la ricerca di interventi terapeutici non farmacologici ancora allo studio. Innanzitutto, è requisito essenziale della dismenorrea primaria l’instaurarsi del ciclo ovulatorio, tant’è che la sindrome difficilmente si manifesta prima che siano trascorsi sei mesi dal menarca. Tra i farmaci più usati dalle pazienti dismenorroiche si possono citare l’acido meclofenamico, il diclofenac, il naprossene e l’ibuprofene, che è sicuramente il più studiato per questa indicazione . Tuttavia va aggiunto che più del 10% delle pazienti con dismenorrea primaria non risponde adeguatamente ai FANS . Una efficace alternativa è l’uso di combinazioni orali di tipo estro-progestinico. I contraccettivi orali, inibendo l’ovulazione e la successiva fase luteale, frenano effettivamente la produzione endometriale di prostaglandine e sono pertanto una valida opzione terapeutica, specialmente per le donne che desiderano al contempo prevenire una gravidanza. Qualsiasi pillola è efficace in egual misura, ma occorre avvertire la paziente che il dolore potrebbe impiegare fino a tre cicli per diminuire in modo sostanziale. Il contraccettivo orale, però, è controindicato nelle donne che hanno malattie epatiche, patologie vascolari o emicrania ricorrente. Esperti del settore, pertanto, consigliano, nel caso di non risposta ai FANS, intolleranza agli stessi o impossibilità d’impiego di estro-progestinici, delle terapie alternative. Quelle di maggiore efficacia, a parte una dieta ricca di alimenti con alte concentrazioni di acidi grassi omega-3 [*], in grado di normalizzare la sintesi di prostaglandine non flogogene, sono ritenute [22]:
– agopuntura
– elettrostimolazione transcutanea delle terminazioni nervose (TENS)
– neuronectomia presacrale laparoscopica
– nitroglicerina transdermica
– supplementi in magnesio
– tiamina per bocca
La necessità di capire, secondo i canoni del pensiero scientifico occidentale, gli effetti della stimolazione agopunturale ha prodotto una enorme mole di lavori finalizzati ad approfondirne i fenomeni neurochimici e neuroreflessologici . Inizialmente l’interpretazione scientifica occidentale è stata di orientamento meccanicistico (teoria del riflesso nervoso segmentario o plurisegmentario modulato a livello della Sostanza Reticolare e con componenti talamo-corticali), in un secondo momento la ricerca si è focalizzata su meccanismi di tipo neurochimico e, solo recentemente, in seguito ai progressi sulle conoscenze di neuromodulatori, neurotrasmettitori ed endorfine si è giunti alla concezione del Supersistema PNEI (Psico- Neuro- Endocrino- Immunitario) . Nel campo della dismenorrea l’agopuntura induce effetto sedativo, con innalzamento anche indiretto della soglia del dolore, e regolazione del tono simpatico vasoregolatore con riduzione dello stato congestizio uterino . Per quanto concerne la fitoterapia, varie piante medicinali datate di azione ticolitica ed analgesica sono utili in corso di dismenorrea . Secondo la nostra esperienza una buona formulazione deve contenere Rubus, che regolarizza gli ormoni sessuali ipofisari, Ribes nigrum con azione antiflogistica, Arpaghophytum probumbens antiflogistico e analgesico, Camomilla, miorilassante e sedativa, Spirea ed Ulmaria che sono analgesici, Surbus domestica decongestionante . Fra le piante cinesi è molto usata la Coridalys ambigua (Yan Hu Suo) contenente deidrocoridalina, alcaloide ad azione sedativa ed analgesica centrale (blocco dei recettori dopaminergici), con elevato indice terapeutico . Nel caso di dismenorrea ed edema ciclico idiomatico una formulazione definiti Xiao Yao San, a base di Bleupurum, Citris reticolata ed arantium, Cyperus rotundus, Lygusticum walichii, Pania alba e Glycirriza, si rivela di grande utilità e priva di effetti collaterali . Per quanto riguarda le problematiche sessuali, la maggior parte dei disturbi femminili (frigidità, dispareunia e vaginismo), sono su base psicologica (ansia, epressione), va vanno, in ogni caso, escluse cause organiche o iatrogene come :
Cause neurologiche:
– sclerosi multipla
– sclerosi laterale amiotrofica
– tabe dorsale
– siringomielia
– neuriti e neuropotie
– discopatia lombare
– paraplegia
– mieliti
B) Cause chirurgiche
– chirurgia addomino-pelvico-perineale
– chirurgia aorto-iliaca
– simpaticectomia toraco-lombare
– linfoadenectomia retroperitoneale
C) Cause vascolari
– angina
– infarto
– ipertensione grave
– microangiopatia diabetica
D) Cause endocrine e metaboliche
– ipogonadismi primitivi e secondari
– endocrinopatie extragonadiche
– diabete
E) Farmaci
– antidepressivi serotoninergici e inibitori delle MAO
– sedativi
– alcool
– narcotici
– progestinici
– bloccanti alfa-adrenergici
Questa ultima classe ha azione negativa sull’orgasmo dipendentemente dalle dosi utilizzate e, in genere, questi farmaci interferiscono anche con il desiderio sessuale. Sebbene molto pudica e riservata la civiltà cinese tradizionale si è occupata degi aspetti emotivi, psicologici e medici connessi con la sessualità . Il testo più citato dai grandi medici del passato (Sun Si-miao lo cita nel Qian Jin Yi Fang del 682 d.C.) è il Su Nu Jing, che è inserito nel cosidetto Da Zang (“Tesoro del Taoismo”), collezione di tutti i testi impiegati dali adepti nel cammino di perfezionamento . I punti di agopuntura e le formule erboristiche variano da caso a caso e vanno adattati alle condizioni della paziente. Soprattutto nel calo del desiderio ed in alcune forme di vaginismo si ottengono ragguardevoli risultati. Soprattutto i punti dei Meridiani di Cuore e Ministro di Cuore sono di grande utilità . Un’ampia ricerca italiana pubblicata nel 1999 dimostra che l’agopuntura e l’erboristeria tradizionale cinese sono efficaci nei disturbi della sfera sessuali in circa il 65% dei casi . La frigidità e l’impotenza psicogena sembrano essere le forme più responsive. Alcuni frequenti disturbi sessuali femminili (vaginismo, dispaurenia) su sfondo psicosomatico, si possono giovare d’interventi congiunti di tipo agopunturistico e psicologico . Esiste inoltre la possibilità di convertire le informazioni tradizionali cinesi in campo fitoterapico con erbe occidentali, ovvero di impiegare le nostre erbe autoctone secondo la definizione di sapore e natura della tradizione orientale . Alcune osservazioni, solo iniziali ma molto interessanti, riguardano il trattamento dell’eccessivo desiderio sessuale, un tempo definito “ninfomania”. Per la medicina accademica è più una parassessualità che una vera ipersesualità, che nasconde insicurezza e frigidità (al pari della satiriasi maschile) . Può essere un segno precoce di varie forme psicotiche (sindrome maniaco depressiva bipolare, schizofrenia) e, in certi casi, indotta dall’uso di droghe e farmaci eccitanti o psicodislettici . Va qui definito, in breve, il desiderio sessuale ed i parametri bio-psico-sociali che lo condizionano. Si tratta di un comportamento che ha una modulazione nell’arco di tutta la vita di un individuo. Ne qualifica l’intensità delle relazioni. Interferisce con il suo benessere o malessere psicologico, quando non direttamente con l’organizzazione di tratti o di strutture psicopatologiche. Sul piano biologico, lo studio del comportamento sessuale ha seguito quello delle indagini neurofisiologiche, a partire dai lavori di Papez sul “cervello limbico”, deputato a raccogliere e ad elaborare le emozioni con il contributo di altre strutture cerebrali, in particolare della neocorteccia. Un campo di indagine più attuale si riferisce al substrato neurochimico e neuroendocrino della sessualità . L’attività sessuale, infatti, deve essere considerata come l’espressione finale di un meccanismo in cui sono coinvolti molti organi e apparati, date le complesse relazioni tra sistema nervoso centrale, sistema nervoso autonomo, sistema endocrino, sistema nervoso periferico e organi genitali. Le ricerche sulla neurotrasmissione hanno dimostrato che i neurotrasmettitori maggiormente coinvolti nella sessualità sono la dopamina (con funzione stimolante) e la serotonina (con funzione inibente). Le connessioni tra i neurotrasmettitori e gli ormoni, in particolare quelli ipofisari e ipotalamici, influenzano il comportamento sessuale grazie ai loro “releasing factors”:
– GnRH, che libera FSH e LH a livello ipofisario,
– ACTH e sistema degli oppioidi endogeni.
Ad esempio, sono stati condotti studi sugli animali che hanno permesso di ipotizzare che la fase di refrattarietà sessuale, seguente ad una risposta orgasmica, dipenda dalle encefaline prodotte durante l’orgasmo, o per loro azione diretta o per inibizione del release della dopamina. Ultimo anello della catena del sistema neuroendocrino sono gli ormoni periferici, rappresentati dagli steroidi sessuali. Essi agiscono sulla differenziazione sessuale dell’encefalo durante la vita fetale, danno il via al periodo della pubertà e, in generale, hanno un ruolo primario nel regolare il comportamento sessuale. In particolare, è il testosterone che regola l’attività sessuale maschile, mentre gli estrogeni prevalgono nella regolazione di quella femminile . Tuttavia, come già evidente in ricerche di più di trenta anni [46], l’osservazione dei complessi meccanismi biologici che definiscono il comportamento sessuale e che determinano la risposta sessuale non dà ragione, di per sé, della multifattorialità che determina questo comportamento. Sono coinvolti infatti anche fattori di ordine psicologico, psicodimanico e cognitivo, oltre a quelli etici, normativi e al contesto socioculturale. A partire dai primi anni di vita, gli impulsi sessuali trovano una specifica e speciale manifestazione seguendo, secondo la teoria freudiana, quel percorso che si articola nel passaggio attraverso le fasi dello sviluppo psicosessuale del bambino: orale, anale e fallica. C’è una stretta correlazione tra sviluppo degli istinti, educazione e formazione della personalità. Per questo, le prime espressioni ed esperienze sessuali del bambino concorrono alla formazione del comportamento e della struttura della personalità quale si sviluppa nell’adolescente prima e nell’adulto poi. Il comportamento sessuale riconosce quindi nella relazione il suo referente primario. E’ questo il luogo della comunicazione, ma è anche il rivelatore di pulsioni interiori, di conflitti, di desideri e di slanci verso gli obiettivi desiderati. Questo percorso psicodinamico deve poi confrontarsi con le vicende sociali e culturali. Ad esempio, dopo un periodo nel quale la sessualità è stata proiettata verso una maggiore liberalizzazione, l’avvento dell’AIDS ha indotto a comportamenti di segno opposto, sotto la norma del sesso sicuro o dell’astinenza. In questa dimensione, l’evoluzione psicologica del comportamento sessuale si trova a fare i conti con esigenze di tutela della salute e con la necessità di modificare l’indirizzo di pulsioni e di desideri. Tuttavia, anche in questo caso, la buona evoluzione del rapporto con la sessualità permetterà di adeguarsi alle cautele senza mortificarne le qualità più vive: comunicazione, intimità e anche piacere . Che nella ninfomania vi sia una autentica ipo-sessualità è dimostrato dal fatto che, in molte donne con questa tendenza, vi è un persistente o ricorrente ritardo o assenza, dell’orgasmo dopo una fase di eccitazione sessuale normale. A questo proposito, la sessuologa americana Zussman, negli anni 80, sosteneva che nessuna donna è anorgasmica. Coloro che non riescono a raggiungere l’orgasmo hanno avuto la sventura, diceva, di trovare un cattivo “giardiniere”, non in grado di sollecitare ciò che sarebbe stato possibile. Non è certo solo questa la causa dell’anorgasmia, anche se un tale aspetto non è mai da sottovalutare . Alcuni anni fa35 avevamo interpretato la forma (di cui non vi è traccia nei classici cinesi), ad un eccesso relativo di calore pelvico ed ad una turba caratteriopatica con problemi di comunicazione e pertanto immaginato il seguente schema di trattamento:
· BL 38 (Fu Xi): secondo lo Zhen Jiu Jia Yi Jing ed il Da Cheng libera il calore accumulato a livello pelvico.
· LR 12 (Ji Mai): secondo Wan Bing ed il Qian Jin Yao Fan agisce sui genitali e la genitalità. Secondo Kespì puo’ considersi una sorta di secondo Luo del Ganjing destinato ala fusione attraverso i genitali.
· St 29 (Gui Lai): già visto sopra. Controlla l’espressione sessuale sia maschile che femminile. Secondo i testi ginecologici moderni con i punti CV 3 e 4 , SP 6 e BL 23 tratta tutte le affezioni genitali femminili.
Lo Zhen Jiu Xue Jian Bian e lo Shanghai Zhen Jiu Xue lo considerano punto centrale della sessualità. Il suo secondo nome (Xi Xue) ce ne indica l’importante ruolo di comunicazione (Xue Grotta Comunicazione fra interno ed esterno). Inoltre l’ipereccitabilità (intesa come gioia patologica) può condurre a fasi di ninfomania da eccesso di Fuoco del Cuore e con lesione principale dello spirito Po. In queste condizioni (forme psicotiche e maniacali) raccomandavamo di trattare :
· BL 42: per agire sul Po
· CV 14: per agire sul Cuore Centro e sulla Shen
· PC 3: per ridurre il Fuoco del Cuore
· ST 40; LI 5-7: che curano gli stati di estrema agitazione anche psicotico-maniacale.
Ma lo schema, impiegato in una decina di casi nel corso di sei anni, non si è mai rivelato efficace. Più di recente (in due osservazioni), abbiamo impiegato la puntura auricolare a permanenza del punto fra lobo e radice dell’elice, sul foglietto posteriore, ed il massaggio (settimanale), con “bastoncini di vetro” dell’area auricolare del trago (faccia interna) , unitamente alla formula (che calma lo Shen e rinforza lo Yin di Cuore e Rene, riducendo il Fuoco), Tian Wang Bu Xin Dan , con risultati indubbiamente migliori.
Autori: Rosa Brotzu, Maurizio Corradin, Tiziana D’Onofrio, Carlo Di Stanislao
Indirizzo per chiarimenti:
A.M.S.A.
E-mail: [email protected]
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