“ res publica omnium civium res est”
(di Tania Ianni) – Mi capita spesso di andare in giro per la città e di rivolgere il mio sguardo attorno a me, alla città di oggi, con i cambiamenti avvenuti post sisma, di ripensare a come erano i diversi angoli della città nel periodo precedente , e di ascoltare poi i discorsi e le interviste di personalità locali.
Mi capita anche, spesso, di leggere articoli su vari organi di informazione ( quotidiani e free press, in versione cartacea o elettronica), che mi spingono a fare delle riflessioni generali.
Il primo punto di riflessione riguarda il concetto di “ senso civico”, che dovrebbe spingere ogni cittadino a tener conto del fatto che la panchina, la pensilina presso la quale si aspetta il passare dell’ autobus del trasporto locale, il bagno pubblico( ma anche quello dei bar, o dei ristoranti,) i monumenti, le strade sono pubblici, e proprio per questo motivo occorre comportarsi in un modo da permetterne l’ utilizzo anche a tutti gli altri CITTADINI. Se si volesse tentarne una definizione, la si potrebbe considerare come quel sentimento , sentito dai membri di una comunità, per cui essi tendono a cooperare per migliorare la società in cui vivono.
Perchè potersi sedere su una panchina, in una bella giornata di primavera o di estate, in un parco in cui non ci sono rifiuti gettati per terra, ma nei cestini, e vedere persone che fanno jogging lungo il perimetro del parco, e i bambini giocare alla altalena, e vederli correre dalla altalena allo scivolo, sotto gli occhi dei nonni, sono espressione della possibilità di usufruire degli spazi pubblici cda parte di tutti i cittadini.
Una città in cui si da importanza alle aree verdi, delle cui attrezzature si usufruisce ma senza alterarle, o evitare di gettare rifiuti nelle fontane, o di imbrattare i monumenti della città, tutto questo è indice di senso civico, alias rispetto per la “ res pubblica”.
Invece dal comportamento delle persone si ha la impressione che , proprio perchè di proprietà pubblica, il rispetto venga meno. Salvo poi fare degli esposti , o delle lamentele, (via media, in tv o sui giornali) sulla presenza di rifiuti in strada, o sulla assenza di aree verdi dove far giocare i bambini, chiedendo alle amministrazioni pubbliche ( può essere Comune, Regione, società di raccolta rifiuti comunale), di intervenire.
Dimenticando che anche il cittadino, talvolta, ha le sue responsabilità. Un esempio: se una pensilina della fermata del tram urbano ha il vetro rotto, o è imbrattata, o all’ interno è piena di immondizia, la responsabilità per il vetro rotto, o per i rifiuti non sono della amministrazione pubblica, in questo caso il Comune e le municipalizzate che si occupano di trasporto pubblico, o di raccolta rifiuti, ma dei cittadini e del loro mancato senso civico.
E se in zone, anche periferiche della città, si vedono delle discariche improvvisate, la responsabilità è dei cittadini, che hanno portato lì i rifiuti, e che spesso non conoscono le modalità corrette di differenziazione dei rifiuti, come le batterie, o i pneumatici, i rifiuti elettronici, oppure non fanno raccolta differenziata per pura pigrizia civica, opuure ancora perchè non sanno a chi rivolgersi per smaltire i rifiuti speciali, come scoperto recentemente in varie zone di L’Aquila, nell’ ex ospedale San Salvatore, in Campo Imperatore, e in località Montereale, documentato in articoli apparsi sul sito www.ilcapoluogo.it; così come ricordo di aver visto, sulla strada tra Poggio di Roio e Monteluco , la carcassa di una auto abbandonata tra gli alberi che costeggiano la strada.
Ma anche i tanti casi , simili a quelli citati sopra, su cui si fanno reportage e inchieste giornalistiche, o i tanti servizi nei tg, o nel tg satirico “ Striscia la notizia”, che hanno lo scopo di porre la attenzione della opinione pubblica su specifiche situazioni.
Nei casi in cui si parla di smaltimento di rifiuti è tutta la filiera, dal cittadino che differenzia i propri rifiuti alla gestione del prelievo, dai punti di raccolta, da parte della amministrazione comunale, al trasporto e smaltimento che deve funzionare correttamente, spinti da un senso di rispetto per la natura in cui vivono.
D’altro canto, se in una pensilina non vi è l’ elenco dei bus urbani che transitano per quella via, ( e spesso se ci sono avvisi, risalgono a molto tempo prima), la responsabilità , in questo caso, è del Comune.
Se per strada si vedono cassonetti o cestini rotti, la responsabilità è di chi li ha rotti, se cercare una area ecologica per la raccolta differenziata vuol dire cercare un ago nel paglaio, vuol dire che il Comune dovrà individuare altre aree ecologiche sul territorio comunale, e diffondere la cultura della raccolta differenziata tra i suoi cittadini, i quali spesso non mostrano molto rispetto per la propria città.
Per non parlare della condizione di certi bagni pubblici, dove viene espresso al massimo livello il concetto di assenza di senso civico di molte persone. O di certi vicoli, o di certe pensiline, che emanano un odore nauseante.
Se per i pedoni la vita in città è una specie di odissea, tra traffico, assenza totale o quasi dei semafori pedonali, strisce pedonali talvolta sbiadite che bisogna cercarle col radar ottico, per non parlare dei marciapiedi , ora con buche e avvallamenti, ora assenti del tutto, ( e devono affidarsi, talvolta, al buon senso degli automobilisti, per attraversare la strada), anche per gli automobilisti la quotidianità ha le sue sfide, non solo il traffico, ma anche le strade che spesso presentano irregolarità nel manto cementizio (avvallamenti, buche) che trasforma gli automobilisti in novelli Schumacher.
Una iniziativa che va segnalata per la finalità di coinvolgere i cittadini è il software AIDYOURCITY, attraverso il quale, a seguito di registrazione on line, gratuita, il cittadino può fare le sue segnalazioni di eventuali disguidi, guasti che nota quando percorre le strade della città in cui vive, o mentre aspetta che passi il bus pubblico, o la metropolitana, o in altre situazioni in cui si viene a trovare.
Altro esempio di “ assenza di senso civico”, è rappresentato dalla abitudine, da parte soprattutto dei giovani, di fare graffiti , con spray o vernici colorate, su muri, autobus, monumenti, sottopassaggi in stazioni di treni o di metropolitane, gallerie in città, pensiline di tram, o di cabine Enel, saracinesche di negozi, edifici abbandonati, o in altri luoghi in cui ci sia spazio utilizzabile. A prima vista, possono sembrare delle opere di arte, di tipo urbano, di mani che cercano di esprimere la propria creatività. Il codice penale italiano, prevede, per questo tipo di gesto, il reato di “ deturpamento e imbrattamento di cose altrui” (art.639). Alcune amministrazioni comunali circoscrivono la area in cui possono essere fatti i graffiti a zone degradate, o abbandonate della città, al fine di limitare, spazialmente, il fenomeno.
Altro esempio: i libri messi a disposizione dalle biblioteche pubbliche, ( provinciai, comunali, universitarie, ecc), per cui ci sono casi in cui i libri, o non vengono restituiti oppure vengono restituiti , con scarabocchi. E’ pur vero che molti testi non sono in condizioni ottimali, soprattutto quelli più antichi.
Ed ancora: se in una facoltà universitaria, o in altro spazio pubblico, condiviso da più persone ( in un ufficio pubblico), viene allestita, ad esempio, una postazione con computer per navigare in Internet, potrebbe facilmente accadere che in breve tempo il mouse si volatilizzi, come se si fosse mosso da solo.
E, per rimanere in ambito scolastico e universitario, come non citare la “consuetudine” di attaccare il chewing-gum ,dopo averlo masticato per ore, sotto il banco scolastico, o sotto la sedia, o ancora , sotto i sedili dell’ autobus, o in altri luoghi fortuiti.
Il senso civico viene meno, venendo meno quel sentimento che anche nella vita quotidiana dovrebbe fondare i comportamenti dei cittadini di una comunità di persone che condividono gli stessi spazi, che siano giardini pubblici, o scuole, o biblioteche, e che si trovano a usufruire degli stessi servizi pubblici; senso civico che ha a che fare con il vivere quotidiano, con il riconoscersi non solo nell’inno nazionale, o nella bandiera tricolore, ma anche in tutti quegli elementi che costituiscono gli emblemi della cultura e del paesaggio italiani.
Il vantaggio che offre ad una comunità l’avere il senso civico è, oltre alla possibilità di usufruire nell’immediato dei beni pubblici, ( molti dei quali sono stati elencati nel corso dell’ artciolo), un risparmio economico per gli enti locali , i quali sarebbero costretti a riparare, a comprare nuove panchine , o i vetri delle pensiline e pagare chi li installerà, fermo restando i costi di manutenzione ordinaria.
(159)