Rai Radio Tre: Luisa Prayer, Fabrizio Gifuni e Monica Bacelli in diretta per la Giornata della Memoria
Sarà anche l’Abruzzo a ricordare, attraverso l’impegno del Festival “Pietre che cantano”, la Giornata della Memoria.
Debutta su Rai Radio Tre “Gli indifferenti. Parole e musica da un Ventennio”, un nuovo spettacolo firmato da Luisa Prayer, direttore artistico del festival Pietre che cantano, con l’attore Fabrizio Gifuni e la cantante Monica Bacelli.
«Odio gli indifferenti», scriveva Gramsci. Chi non prende posizione, chi non vuole guardare, chi non si esprime mai. Eppure, tanti di noi sono stati o sono indifferenti davanti alla stortura, alla forzatura, al male. Come reagirono o come si accomodarono gli intellettuali del nostro Paese durante il Ventennio fascista, mentre in Italia e in Europa si produceva una catastrofe delle coscienze prima ancora che politica? E’ concesso agli artisti, in nome di un’autonomia dell’Arte, essere indifferenti a ciò che li circonda ?
In occasione della Giornata della memoria, Bacelli, Gifuni e Prayer – artisti del loro tempo – tra documenti storici, articoli di giornale, diari privati, musiche e canzoni dell’epoca, si interrogano sul senso del proprio lavoro, sul passato e sul presente. Per far vivere una storia che parla di noi. Per capire come la “normalità”, il quotidiano, possa camminare accanto al mostruoso, all’orribile. Con inquietante indifferenza.
Rai Radio Tre come ogni anno dedica parte della sua programmazione alla data simbolo (liberazione del Campo di Auschwitz) scelta per mantenere viva la memoria dello sterminio di milioni di ebrei, sceglie quest’anno l’evento, che andrà in scena presso l’Accademia Filarmonica Romana nella Sala Casella, venerdì 27 gennaio ore 20.15, per non dimenticare.
Luisa Prayer al pianoforte, da anni è direttore artistico del Festival “Pietre che cantano” che si impegna a valorizzare il territorio aquilano, attraverso la riscoperta dei luoghi incantati, spesso dimenticati, riportandoli all’attenzione del pubblico, attraverso la musica e l’arte. Così come durante il Festival “Pietre che cantano” si cerca di non dimenticare le radici di un popolo, così la pianista Luisa Prayer prende parte al progetto Gli indifferenti, perché la tragedia della Shoa sia non dimenticata, perché quel periodo storico non sia solo uno sbiadito ricordo, ma un’esperienza drammatica da cui ripartire per non ripetere gli stessi drammatici errori.
Grazie a un attento e approfondito lavoro di ricerca e documentazione, i tre artisti mettono insieme i materiali dell’epoca, articoli di giornale, diari privati, documenti storici, telegrammi, musiche e canzoni, spaziando da Gobetti a Montanelli, da Toscanini a Mascagni, e passando per le parole e le musiche di Strauss, Tosti, Pizzetti, Gadda, Calamandrei, Casella, Respighi, Castelnuovo-Tedesco… Si interrogano sulle parole scritte e la musica suonata durante il Ventennio, quale fu il ruolo della stampa ufficiale e di quella clandestina, come reagirono o come si accomodarono gli intellettuali del nostro paese mentre in Italia e in Europa si produceva una catastrofe delle coscienze prima ancora che politica… E citano, ad apertura di spettacolo, parte dell’articolo scritto all’indomani del 25 luglio 1943 da Raffaello Ramat, intellettuale fiorentino, antifascista, che per il n. 10 della rivista Argomenti pose in primissimo piano la responsabilità negativa degli intellettuali italiani che non si erano opposti al fascismo anzi, si erano fatti strumento della capillare opera di propaganda del regime: “Il saggio critico, l’articolo di giornale, l’informazione politica etc. insomma il 90% di quanto si scrive, esula dal campo della fantasia pura: ed ha per fine l’orientamento del pubblico, la diffusione di principi, di idee, di opinioni che formano la cultura media di una nazione. Gli scrittori hanno per gran parte tradito questo loro compito e han mostrato quale terribile arma di diseducazione politica può essere la penna. Sono stati servi pagati per diffondere la menzogna, obbedirla con la più sporca retorica, insinuarla con le arti mezzane così potenti presso gli ingenui”.
Un’occasione per interrogarsi sul senso del proprio lavoro, sul passato e sul presente, dando vita a un concertato civile contro l’indifferenza che rinnovi il valore e il significato dell’esperienza del ricordo.
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