(di Carlo Di Stanislao) – Dopo Marco Muller sembrava che Venezia Cinema non dovesse più serbare sorprese ed invece il Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera, ha scardinato questa convinzione, annunciando che saranno l’attore Pierfrancesco Favino, uno degli interpreti di maggior spicco della nuova generazione di quarantenni che sta cambiando lo star-system italiano e il regista e produttore Shekhar Kapur (‘Elizabeth’, ‘Le quattro piume’), cineasta indiano di altissimo prestigio internazionale, rispettivamente i presidenti delle giurie della sezione Orizzonti e del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, della 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, che si svolgerà al Lido dal 29 agosto all’ 8 settembre.
Quando all’ex di Venezia Marco Muller, ora plenitopentiario a Roma, dopo l’approvazione del bilancio, il 9 maggio e l’assegnazione della giuda del Festival Internazionale per tre anni, ha confermato le date dal 9 al 17 novembre per la kermesse di Roma e spiegato: “Abbiamo cercato di accontentare Torino, ma purtroppo abbiamo poca flessibilità”.
A noi pare, comunque, che 12 milioni (tanti sarebbero secondo il Pd capitolino) per il Festival siano un po’ troppi e che sia, soprattutto, molto grave che ancora non si conoscano i film, almeno italiani, scelti.
Preferisco così sostenere la settima edizione del Roma Tre Film Festival, dedicato a spettacolo, cinema, teatro, musica e video arte, ideato da Vito Zagarrio e diretto insieme a Marco Maria Gazzano, che si svolgerà dal 6 al 10 giugno al teatro Palladium di Roma, inaugurato dal regista Carlo Lizzani, un appuntamento aperto alla città, di spettacolo inteso in senso ampio e dunque anche di ricerca scientifica e veramente creativa, per di più a costi quasi zero (il programma su: http://www.sentieriselvaggi.it/7/47038/Roma_Tre_Film_Festival_2012.htm. )
E preferisco anche spendere due parole sulla 30° edizione, conclusasi il 4 giugno, del Bellaria Film Festival, con la giuria de l’Italia Doc, composta da Giulia Amati, Beppe Attene, Maria Pia Fusco, Stephen Natanson, Lunetta Savino e Marino Sinibaldi, che ha assegnato il premio per miglior documentario a ‘Bad Weather’ di Giovanni Giommi, scrivendo, nella motivazione, che il prodotto “unisce una serie di caratteristiche fondamentali e fondanti per il linguaggio documentaristico: la capacità di ricognizione su mondi apparentemente estranei che però sintetizzano e rappresentano la condizione umana nella sua globalità, una regia consapevole e attenta e un’attenzione ai caratteri dei personaggi che si intrecciano lungo la storia”.
La giuria ha poi assegnato la menzione speciale a ‘Italy: love it, or leave it’ di Gustav Hofer e Luca Ragazzi per “la capacità di raccontare con ironia l’Italia di oggi e la sfida fondamentale per una generazione: restare, andarsene, riconoscersi o no in questo paese”.
Menzione speciale Morando Morandini a ‘Mare chiuso’ di Andrea Segre e Stefano Liberti: una forte denuncia del modo con cui si e’ effettato il respingimento degli emigranti africani verso l’Italia e l’Europa, realizzata senza imporre delle tesi e lasciando parlare i fatti.
Menzione speciale Casa rossa, poi, assegnata dai ragazzi del DAMS di Bologna guidati da Paolo Angelini, a ‘Il mundial dimenticato’ di Filippo Macelloni e Lorenzo Garzella, un film che, utilizzando i cliche’ tipici del documentario, ha per una volta tanto smentito il noto adagio che vede la fantasia figlia minore della realtà.
Infine un occhio a Locarno 2012, che si svolgerà dall’1 al’8 agosto, con il regista, sceneggiatore, produttore e videomaker thailandese Apichatpong Weerasethakul , chiamato a presiedere la giuria del Concorso internazionale.
Qui già stabiliti film in concorso e varie sessioni (vedi: http://www.pardo.ch/jahia/Jahia/home/lang/en), con attesissima una retrospettiva sul grande Otto Preminger, allievo di Lubitsch (come Billy Wilder e George Cukor), da cui ereditò un certo tocco, una specie di fattore squisitamente umano presente anche nei generi più codificati che si troverà a rinnovare.
Nel capolavoro Vertigine (1944), pregno di compassato romanticismo e di un accento necrofilo da manuale, in Un angelo è caduto (1945), Il segreto di una donna (1949) e, specialmente, nel fulgido e dimenticato Seduzione mortale (1952, affiora una costante malinconia mista tra l’innato senso di colpa dell’uomo e lo slancio verso la conoscenza del proprio destino.
Oliver Père, direttore del Festival del Film di Locarno, che per la sua sessantacinquesima edizione dedicherà una retrospettiva al magnifico cineasta, ha detto che Preminger “rappresenta l’apogeo del classicismo”, convincendoci, noi cinefili dell’Istituto Cinematografico de L’Aquila Lanterna Magica, ammesso di trovare fondi residui nelle disattente istituzioni, di dedicare una rassegna di confronto fra lui e Vincent Minnelli, altro grande, talentuoso maestro, troppo spesso preso a modello e poi dimenticato.
Che so potremmo fare durante i festeggiamenti estivi di luglio, con teatro e musica in piazza, sponsorizzati dai progetti Fus raggranellati dal comune de L’Aquila, mentre il Centro Sperimentale filma e noi ci guardiamo il passato.
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