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Da “libanese” a drag quenn

Da “libanese” a drag quenn

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(Di Carlo Di Stanislao) – E’ molto diverso dal Libanese, lo spietato capo della banda di Romanzo criminale – La serie, dal commissario Malerba di Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata, dal benzinaio di Tutti al mare, dal furbetto di Oggi sposi, dal poliziotto portato a teatro in Killer Joe.
E’ totalmente diverso ed inatteso, vestito da donna, anzi, da drag queen, con parrucca rossa, labbra dipinte, trucco pesante, abiti di piume e paillettes, Francesco Montanari, nel film “Come non detto”, al cinema dal 7 settembre, debutto al lungometraggio di Ivan Silvestrini ed uno dei titoli di punta della nuova stagione cinematografica italiana.
Del film il giovane regista dice che “è scritto col cuore”, con molti elementi nella storia che trascendono l’argomento ‘omosessualità e si occupano invece del sentirsi diversi.
Spiega Silvestrini: “Tutti ci sentiamo diversi e incompresi per qualcosa, e tutti lottiamo con noi stessi per liberarci. Penso che sia bello fare un film che parli dritto a chi sta cercando la forza di non doversi più nascondere. Dopo averlo visto, spero che in tanti si sentano meno soli”.
Chi ha visto il girato dice che la storia è bella e racconta una situazione in cui molti possono riconoscersi, perché spiega come sia difficile parlare della propria diversità in famiglia e fuori. Il tutto con delicato e divertente tono da commedia.
Nel film, Montanari aiuta il protagonista (Josafat Vagni) ad accettare se stesso, recitando nel ruolo di Giacomo/Lola, che ha una lavanderia ma sogna un’altra vita e di notte si trasforma in drag queen.
Insomma una divertente commedia su un tema spinoso, a mezza strada fra “In & Out “e “Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco”.
Nato a Roma ì il 22 gennaio 1982, diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2009, Ivan Silvestrini, si interessa da sempre di narrativa e fotografi, ed il suo quarto documentario, “Autodistruzione per principianti”, di cui ha curato anche le musiche, gli è valso il riconoscimento in numerosi festival.
Nella divertente gay-commedy che vedremo a settembre, anche José Dammert, Monica Guerritore, Ninni Bruschetta, Valentina Correani e Valeria Bilello.
Una altra notizia di questi giorni riguarda il cinema “diverso”. Pare sia infatti in fase avanzata di progettazione, il biopic dedicato ai Queen e soprattutto a Freddie Mercury, idimenticabile voce e frontman del gruppo, animale da palcoscenico e mito del primo glam rock.
Al progetto è interessata la Tribeca, casa di produzione di Bob De Niro e la sceneggiatura sarebbe stata affidata a Peter Morgan, autore (quasi per ironia) di The Queen e de L’ultimo re di Scozia, il cui primo trattamento è già stato approvato, pare, dai tre membri rimasti dei Queen; in particolare il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor che si occuperanno della colonna sonora che conterrà sia pezzi originali che canzoni soliste di Freddie Mercury. Nulla si sa sulla regia, mentre i rumors farebbero di Sacha Baron Cohen, quello di Bruno e Bora, il protagonista.
Nulla da dire su una certa somiglianza fisica e sulla voce (l’attore ha già cantato in Sweeney Todd); ma Freddie, oltre che eccentrico, era anche terribilmente malinconico e non sappiamo se questo sentimento attiene al suo registro interpretativo.

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