Quando eseguiamo calcoli matematici alcune cellule legate alla nostra memoria autobiografica – quella che per esempio ci fa ricordare se abbiamo preso o no il caffe’ la mattina – si ‘spengono’. La scoperta potrebbe aiutare a comprendere meglio malattie come autismo, Adhd (Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattivita’) e depressione. La ricerca, opera della Stanford University, e’ stata pubblicata sulla rivista ‘Pnas’.
Gli scienziati sono riusciti ad analizzare parti del cervello finora inaccessibili scoprendo il meccanismo secondo cui il cervello passa da una focalizzazione su proprie memorie e su se stessi a quella su una operazione che riguarda il mondo esterno. In particolare gli studiosi si sono soffermati sulla corteccia posteromediale, un’area inaccessibile della corteccia che e’ posta nel solco che separa i due emisferi. “E’ un’area molto attiva quando il cervello e’ a riposo”, ha spiegato Josef Parvizi, a capo del gruppo di ricerca. Quando il cervello non e’ concentrato su qualche compito, quest’area e’ responsabile del “ruminare”, cioe’ di quei pensieri a ruota libera che riguardano il nostro passato e a volte si spingono a immaginare il futuro.
Gli studiosi hanno scoperto che quest’area era molto attiva nella memoria autobiografica ma praticamente si disattivava quando c’erano da eseguire operazioni matematiche come una semplice somma. “Abbiamo fatto una scoperta affascinante: lo stesso gruppo di neuroni estremamente attivo durante la ruminazione, si spegne completamente di fronte a una equazione matematica”, ha concluso Parvizi.
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