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Ricordo dello scultore e pittore aquilano Pio Iorio

Ricordo dello scultore e pittore aquilano Pio Iorio

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(di Tania Ianni) – Ricorre nel 2012 il ventesimo anniversario della morte dello scultore e pittore aquilano Pio Iorio ( era nato il 12 ottobre 1904). Non conoscevo le sue opere, o gli avvenimenti della sua biografia, ed ho cercato la risposta alla mia curiosità nella lettura della monografia che il Professor Ferdinando Bologna, che ha avuto occasione di incontrarlo personalmente, ha scritto in occasione della mostra a lui dedicata presso il Castello Cinquecentesco dell’Aquila tra il 6 giugno ed il 6 luglio 1997, e pubblicata dalla casa editrice Textus.
Nel libro si ripercorre l’evoluzione artistica, a partire dal precoce ingresso presso le botteghe, dapprima di Tarquini, e poi di Feneziani, presso cui ha imparato le tecniche artistiche, ove arte era considerata anche, ad esempio, la realizzazione degli elementi decorativi di un edificio (ed in tal senso è di Pio Iorio la realizzazione degli elementi decorativi dell’edificio che si trova nell’angolo tra via xx Settembre e Corso Federico II). Le prove scultoree di questo periodo hanno come fonte di ispirazione la natura o il suo ambiente circostante, come testimonia la scultura del calzolaio aquilano detto “Franceschella”.
In seguito, la leva militare a Roma gli permette di conoscere le tendenze artistiche della capitale, per poi tornare a L’Aquila; col secondo conflitto mondiale nasce un’opera nata dall’osservazione di alcuni prigionieri di origine slava, che i tedeschi

avevano rinchiuso nel Convento di Santa Maria di Collemaggio; alcuni di loro riuscirono a fuggire e Iorio li ritrasse, prima, da un punto di vista cronologico, di quanto avrebbero testimoniato i filmati girati nei campi di concentramento.
Dopo la guerra ci fu l’opera di ristrutturazione e di riorganizzazione dello spazio del Castello Cinquecentesco, un lavoro che Pio Iorio realizzò con l’aiuto dei fratelli Ezio e Antonio, che lavoravano in ambito edile, e con la collaborazione dell’allora Sovrintendente ai Monumenti e Gallerie di Abruzzo e Molise Umberto Chierici; la fondazione del Gruppo Artisti Aquilani, cui fece parte anche un altro pittore aquilano, Amleto Cencioni, destinato ad animare la vita artistica e culturale aquilana.
Molte delle sue opere sono busti di persone a lui vicine, o con cui veniva in contatto, tra cui suo padre Alberto, sua zia Caterina – un’opera questa lasciata grezza e su cui sono visibili le rughe della donna -, di suo nipote Luca, del cardinale Confalonieri, di Antonio De Dominicis – di cui realizza anche un busto caricaturale, in cui il personaggio appare con in mano il ciborio di Rosciolo ( De Dominicis era un restauratore di mobili antichi di Bominaco, ed ebbe il compito di restaurare il ciborio nella chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta a Rosciolo), dell’amico Amleto Cencioni; appaiono anche temi religiosi, tratti dalla Passione di Cristo, o sul Battesimo; e tematizza anche la maternità, con due sculture in cui compaiono delle figure materne col volto rivolto verso il basso, verso bambini che tengono vicino, tenendoli per mano, ed in un dipinto in cui compare una donna seduta con in braccio un bambino,o quello in cui dei

componenti della famiglia si hanno soltanto i contorni e non sono rappresentati i loro tratti somatici (vi compare una figura seduta – forse una donna-, che ha in braccio un bambino, e che è trattenuto dalla madre con il braccio sinistro, mentre la mano destra sembra scomparire dietro la schiena del ragazzo che si trova dinanzi a lei, mentre dietro di loro si trova un’altra figura, più alta del bambino che si trova davanti alla madre; e dipinti di paesaggi, o ritratti di figure femminili.
Ma la creatività di Pio Iorio si è espressa anche tramite la realizzazione di oggetti di arredo, come un centro-tavola anguiforme, realizzato in ceramica, e un boccale in ceramica, decorato con figure femminili.
Alcune delle sue opere non esistono più; altre sono rimasti solo progetti, bozze che non sono diventate opere compiute; alcune sono state realizzate in bassorilievo; i materiali che Pio Iorio usava erano ceramica, terracotta, cera, legno.
Una curiosità: nel cortile del Castello Cinquecentesco si trovava (prima del terremoto del 2009) un monumento funebre, dedicato al pittore aquilano Amleto Cencioni nel 1999, composto da una base circolare in noce su cui è stata collocata una lastra concava di travertino bianco e una base su cui è collocata il busto in bronzo del pittore, realizzato da Pio Iorio prima di quella data, in quanto nel 1999 entrambi gli artisti erano morti, Pio Iorio nel 1992, Amleto Cencioni nel 1994

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