(di Carlo Di Stanislao) – Si è aperta il 17 ottobre e chiuderà i battenti il 10 febbraio 2013, la mostra composta da un centinaio di quadri che descrivono il realismo lirico e sociale di Renato Guttuso, il pittore-poeta siciliano che fece di Roma la sua seconda casa, dal 1937, fino alla morte e dove conobbe Pasolini, Moravia, a cui dedicò un celebre ritratto, De Sica, Visconti e gli artisti della Scuola romana, che grandemente influenzarono la sua opera.
A distanza di cento anni dalla nascita, avvenuta a Bagheria nel 1912, la Capitale gli rende omaggio con una antologica al Complesso del Vittoriano, per raccontare , con opere provenienti dai musei di mezza Europa (Madrid, Parigi, Bagheria, Londra, Roma), l’arte creativa di un pittore che è riuscito a rappresentare come nessuno il suo tempo.
Le opere scelte appartengono principalmente alla produzione degli anni Trenta e Quaranta, una produzione folgorante (e ai tempi senza rivali quanto a modernità ), con quadri e disegni di enorme vivacità e suggestione.
Sono gli anni delle Quadriennali, della personale alla galleria La Cometa di Mimì Pecci e Libero de Libero, gli anni di “Corrente”, delle copertine e degli scritti su “Primato”, rivista fascista di cultura diretta da Giuseppe Bottai, o gli anni dei Premi Bergamo (ancora di Bottai), dove un Guttuso giovane e in forma strepitosa stravince in qualità, surclassando tutti gli altri.
Personaggio di primo piano, uomo (lo riconoscevano anche i nemici) di grande umanità, artista di potere ma comunque centrale nella storia del Novecento, il pittore (e disegnatore) Guttuso emerge da questa antologica per il gigante che è stato, con una crestomazia che riesce a ricomporre la complessità di un artista la che non può essere liquidato in nessun schematismo.
Fra le opere esposte “La Crocifissione”, “La vucciria”, “La zolfara”, “La fuga dall’Etna”, “Il Caffè Greco”, “I funerali di Togliatti” e “La spiaggia”; ma anche i quadri che aprono squarci sui panorami di Roma, sui suoi monumenti più rappresentativi o semplicemente sulla visuale dei tetti cittadini, dipinti da un Guttuso esordiente, ma già incredibilmente geniale.
Nella mostra anche quadri tardi, degli anni ’60, con la donna al centro della sua attenzione, come in ‘Donne stanze paesaggi oggetti’ del 1967 e la serie di tele nelle quali ritrae Marta Marzotto, sua musa ispiratrice e modella prediletta per molti, lunghi anni.
E, ancora, il drappellone del Palio di Siena, dipinto con vigore nel 1971, appena prima del celebre e celebrato “I funerali di Togliatti’.
La mostra, curata da Fabio Carapezza Guttuso, Presidente degli Archivi Guttuso di Roma ed Enrico Crispolti, professore emerito di storia dell’arte contemporanea all’Università di Siena, con la direzione e il coordinamento generale di Alessandro Nicosia, vanta patrocini d’eccellenza tra le istituzioni pubbliche a livello locale, provinciale e nazionale e la sua realizzazione non è stata semplice, dal momento che è risultata necessaria la collaborazione di numerosi musei esteri che detengono i capolavori in esposizione. Dalla Tate al Centre National des Arts Plastiques di Parigi, dall’Estorick Collection di Londra al Museo Thyssen- Bornemisza di Madrid, con, fondamentale, anche il contributo della Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma e del Museo Guttuso di Bagheria, oltre che di gallerie e collezioni private. La mostra è aperta dal lunedì al giovedì, dalle 9.30 alle 18.30; il venerdì e il sabato dalle 9.30 alle 22.30; e la domenica dalle 9.30 alle 19.30. Il costo del biglietto è di 12 Euro e per informazioni si può chiamare il Complesso del Vittoriano: 06 6780664
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