(Di Carlo Di Stanislao) Tre film si sfidano a Natale nelle nostre sale, uno discutibile (quello di Peter Jackson) e gli altri due decisamente brutti: il triplo, insulso Albanese di “Tutto Tutto Niente Niente” ed il cinepanettone travestito ‘Colpi di fulmine’ di Neri Parenti, col solito Christian De Sica, entrambi in sala con 700 copie, contro le 735 del colossal tolkeniano, che pare sia piuttosto deludente e con innovazioni visive molto disturbanti per vista, equilibrio e sistema vegetativo.
Il film di Jackson nasce sulla scia del grande successo della precedente trilogia da Oscar, dopo che Guillermo del Toro aveva dato forfait, con tali e tante variazioni e invenzioni rispetto al libro che gia’ si prevedono vibranti proteste da parte dei tolkeniani più rigorosi e che certamente (a giudicare dalle reazioni negli USA e in Nuova Zelanda dope è uscito due settimane fa) non ripeterà i fasti della precedente trilogia.
Il “tradimento” di Jackson viene suggellato anche dall’incipit del racconto, la cui traduzione letterale non corrisponde con quella “storica” (“In una caverna sotto terra viveva uno hobbit”), che non c’entra nulla col titolo italiano: “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”.
Quanto a “Colpi di fulmine”, si tratta di un film identico a tutti gli altri, compreso l’altro cinepattone in giro: “Il peggior Natale della mia vita”, di Alessandro Genovesi, con un Cristhian De Sica che, anche senza Boldi (ma già si dice che torneranno assieme) è invariato rispetto al suo solito registro e solo la cantante Arisa e l’episodio con Lillo e Greg rendono la pellicola appena sopportabile.
Lo script è esile, firmato dallo stesso Parenti insieme al solito Alessandro Bencivenni, a Volfango De Biase e Tani Canevari, che cura anche la fotografia, con risate vere e piene, di quelle che fanno uscire dalla sala col volto sereno, che risultano del tutto assenti.
Molto meglio andarsi a vedere (se vi si riesce, data la scarsa distribuzione), “L’innocenza di Clara” di Toni D’Angelo, ispirato ad una storia vera che ruota attorno al personaggio di Clara: una dark lady interpretata da Chiara Conti, che sconvolge l’amicizia fra due giovani, Maurizio (Alberto Gimignani) e Giovanni (Luca Lionello), cresciuti insieme e appassionati di caccia, che praticano nei boschi della Lunigiana.
O anche “La parte degli angeli” di Ken Loach, che ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes , in cui, ancora una volta, il regista inglese racconta la working class britannica: Robbie, con un povero ragazzo di Glasgow condannato a compiere lavori socialmente utili, viene introdotto da un amico nel mondo dei degustatori di whisky e qui gli viene in mente l’idea di organizzare un colpo che potrebbe arricchirlo. Con la storia di questa sorta di Robin Hood dei poveri, Loach mette in commedia un dramma proletario facendo ridere a crepapelle, analizzando come sempre la difficoltà di vivere di un gruppo di “arrabbiati” che pur si salvarsi la vita (e la crescita di un figlio) è capace di aguzzare l’ingegno e delinquere a fin di bene
Per chi poi crede che il cartoon il vero film di Natale, consigliamo “Sammy 2 – La grande fuga”, sequel de Le avventure di Sammy, che racconta la storia di due tartarughe marine che organizzano un’evasione dall’acquario in cui sono state imprigionate.
Non tanto nella resa scenica, quanto nella sceneggiatura che si ispira troppo a Alla ricerca di Nemo per il modo (ma anche negli intenti) in cui la fuga viene organizzata, il film mostra qualche cedimento e se nel capolavoro Pixar i pellicani risolvono la situazione (anche se poi chi resta e scapperà subito dopo resterà “incarcerato” lo stesso dal mezzo di fuga), qui ci pensano i polipi a sporcare le acque e permettere l’evasione di massa.
Ben Strassen su questo piano è anche bravo a reggere un film solamente per i bambini, mentre si dimentica di costruire una metafora possente (presente in maniera massiccia in tutti i capolavori Pixar) che possa coinvolgere anche gli adulti.
Ma, forse, è proprio questa debolezza cinematografica a segnare i limiti di un film piacevole, ma non eccezionale.
Per chi ha soldi, consiglio, infine, un trasferimento a Courmayeur, dove, dal 10 al 16, è in svolgimento la XXII edizione del “Noir Film Festival”, e dove oggi, archiviato il bellissimo Hitchcock di Gervasi e L’innocenza di Clara di cui abbiamo detto, a tingere di noir le nevi del Monte Bianco ci penserà l’arrivo di Gabriele Salvatores che, insieme ai giovani protagonisti Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius, presenta le prime immagini della sua “Educazione Siberiana”, film tratto dal romanzo omonimo di Nicolai Lilin, trasformatosi velocemente in un best seller tradotto in ben 18 lingue, che osserva la comunità siberiana e le leggi che la regolano attraverso il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di Kolima e Gagarin, due amici che di fronte al consumismo e alla globalizzazione si troveranno a prendere strade diverse.
Sempre oggi, ad iniziare ufficialmente la serata, sarà il documentario “Il secondo tempo” di Pierfrancesco Li Donni, presentato nella sezione Docnoir, che, rifacendosi all’approfondimento che il festival ha deciso di dedicare al cinema e alle mafie, concentra la sua narrazione sui cinquantasette drammatici giorni che intercorrono tra l’attentato a Giovanni Falcone e quello a Paolo Borsellino.
Al festival passeranno in concorso dieci noir, tra thiller, horror e black comedy, di cui tre italiani: “L’innocenza di Clara”, “Breve storia di lunghi tradimenti” di Davide Marengo, e la rivelazione allo scorso Frightfest di Londra, “Tulpa” di Federico Zampaglione.
In concorso anche il regista svedese Lasse Hallström che debutta nel genere con “The Hypnotist” e fuori dal concorso (con giuria capitanata da Jennifer Lynch e composta da Francesca Neri, Santiago Amigorena, Pippo Delbono e Franziska Petri ), “Cose cattive” di Simone Gandolfo (con Luca Argentero nelle vesti di produttore), “Juan dei morti” di Alejandro Brugués e “La regola del silenzio” diretto e interpretato da Robert Redford, passato per Venezia e in uscita per il 20 dicembre nelle sale italiane (ottima proposta per il periodo di Natale).
Tra gli eventi speciali il corto d’autore “A Therapy” di Roman Polanski con Ben Kingsley e Helena Bonham Carter, mentre a calare il sipario domenica, saranno “Frankenweenie”, l’ultimo gioiellino di animazione di Tim Burton e il “Giardino di Gaia”, radiodramma di Massimo Carlotto diretto da Sergio Ferrentino.
Avendoci i soldi un festival da non perdersi, anche se si amano gli sport invernali, perché, oltre a questi titoli, si prevede la presenza di Dario Argento, il vincitore dell’Emmy Award per Law & Order René Balcer, Lucas Belvaux, Carl Colby, Jérôme Cornuau, Carolina Crescentini, Claudia Gerini (ad accompagnare Zampaglione), Sacha Gervasi, Alice Lowe, Alberto Rodriguez, Maya Sansa e la protagonista di “Profiling” Odile Vuillemin.
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