(Di Carlo Di Stanislao) E’ considerato (a ragione) il “golden boy” della sceneggiatura cinematografica e televisiva italiana e dopo l’esordio cinematografico da regista con “La kryptonite nella borsa” ed il successo tv come sceneggiatore di “Tutti pazzi per amore”, Ivan Cotroneo ci riprova come regista, con un’idea tanto semplice quanto mai percorsa: una serie di 25 puntate da 8 minuti, che, a cadenza quotidiana vada in onda sul web. Il titolo “Una mamma imperfetta”, con una storia organnizzata attorno a quattro coppie ed una io narrante: Chiara, (l’attrice Lucia Mascino), impiegata in un centro di indagini statistiche, con due figli e il marito Davide (Fausto Sciarappa), le amica Marta (Alessia Barela) che ha tre gemelli ed è sposata con Giacomo (Biagio Forestieri), Irene (Anna Ferzetti) che lavora all’università ed ha una figlia con Luigi (Sergio Albelli) e la manager Claudia (Vanessa Compagnucci, che ha adottato un figlio con il consorte Gustavo (Luciano Scarpa).
Il film è stato girato in 5 settimane, dal 7 febbraio e sul web le vicende partiranno da lunedì 6, mettendo insieme realtà enormi e diversissime tra loro.
Il Corriere della Sera trasmetterà la serie sul suo sito web, mentre Rai 2 la manderà in onda in prime time da Settembre.
Ivan Cotroneo, nato a Napoli, dapprima iscritto a Giurisprudenza, si diploma in sceneggiatura nei primi anno novanta al Centro Sperimentale di Cinematografia e pubblica, edito da Bompiani, nel 1999, una raccolta di citazioni intitolata” Il piccolo libro della rabbia”, collaborando, contemporaneamente, alla sceneggiatura di “In principio erano le mutande “di Anna Negri, assieme a Renato De Maria e Francesco Piccolo, per poi scrivere la partitura di “di Paz!”, dove porta sul grande schermo i personaggi creati da Andrea Pazienza. Nel 2003 collabora con Daniele Luchetti e Stefania Montorsi in “ Dillo con parole mie” e scrive per Alex Infascelli il cortometraggio “L’ultimo giorno”. Nel 2003 pubblica il suo primo romanzo, “Il re del mondo”, mentre nel 2005, sempre edito da Bompiani pubblica il romanzo “Cronaca di un disamore”.
Si occupa poi di televisione, dove ha fatto parte del team di autori del programma “L’ottavo nano”, di Serena Dandini e Corrado Guzzanti, per poi essere fra gli autori, per tre stagioni, del talk show “Parla con me”.
Lavora anche per il teatro, adattando l’edizione italiana di “Closer” di Patrick Marber e “Le regole dell’attrazione” di Bret Easton Ellis e scrivendo alcuni spettacoli comici per Claudio Gioè, come il monologo “Se stanotte sono qui”.
Nel 2007 collabora alla sceneggiatura di “Piano, solo”, adattamento cinematografico di un libro di Walter Veltroni e nello stesso anno pubblica il suo terzo romanzo, “La kryptonite nella borsa”, sua prima regia nel 2011.
Nel 2010, insieme a Ferzan Ozpetek, scrive la la sceneggiatura del film “Mine vagant”i, vincitore del Globo d’Oro 2010 e candidato, sempre per la sceneggiatura, al David di Donatello e al Nastro d’argento 2010.
Molto influenzato dal cinema di Pappi Corsicato, ne ha presi gli apetti migliori, soprattutto in fase di stesura dello script e dei dialoghi. Non a caso Cotroneo, uomo di vasto ingegno e molteplici interessi, ha pubblicato romazi eccellenti, soprattutto il terzo e ultimo: “Un bacio” (Ed. Bompiani), un romanzo che affronta temi sconosciuti nella letteratura italiana., raccontando con forza e garbo la storia dell’amore impossibile tra Lorenzo e Antonio, affiancata a quella della loro professoressa Elena, che ha anche lei alle spalle una passione non corrisposta per una studentessa di nome Valeria.
Ne “Una mamma imperfetta”, Cotroneo ci parlerà di quanto difficile sia oggi il ruolo genitoriale in una società difficile e senza precisi riferimenti. Ci darà che le mamme ed i padri, in balia di incertezze economiche e sentimentali, si sentono continuamente imperfetti, tema di drammatica attualità oggi, mentre leggiamo dell’ennesimo gesto di follia di un genitore che prima ha ucciso la moglie, ferito una figlia di 20 anni, colpito il figlio ed infine si è tolto la vita, lasciandosi annegare in piscina. Una serie web su genitori carenti e pieni di contraddizioni, ma che vorrebbero figli perfetti, non solo dei geni, ma anche ,ma dei super sportivi,campioncini in miniatura a cui fin da piccoli si fa fare sport e non per divertimento. Genitori che compensano le mille frustrazioni ,vantandosi dei figli come si fa con i trofei.
Genitori che si sentono in colpa, perché tradiscono continuamente i propri ideali e si giustificano dicendo che non vi è nessuna alternativa a questo modo di fare e di essere.
Al quinto incontro di “Genitori in cammino” a Gavardo, in provincia di Brescia, nel febbraio 2011, il dott. Sergio Gelfi, psichiatra e psicoterapeuta di grande esperienza, ebbe ha dire che: “”La ricerca della perfezione può risultare una grossa trappola per entrambi genitori e figli”, in una dinamica che li vede avvitati attorno al miglioramento perpetuo, convinti di poter fare di più, di migliorarsi ulteriormente, che ha uno stretto legame con il pensiero culturale odierno basato sull’avere e sull’accumulo. Da qui la necessità che i genitori, uomini e donne, possano giungere a riconoscere i figli come entità diversa da sé e non come un loro prolungamento, con un processo di continua deresponsabilizzare che porta i figli a non assumere mai le responsabilità dei loro comportamenti.
Figli immatura e tristi, a cui è tolta ogni scelta responsabile e persino ogni sorriso, anime perse nel limbo del senza speranza, prolungamenti protesici forzati delle smanie nevrotiche genitoriali.
“I nostri figli non devono guadagnarsi la nostra approvazione. Siamo noi a doverli amare senza buoni motivi”, scrisse Alfie Kohn e Cotroneo, ora, non storie di adulti paradigmatici e irrisolti, ce lo ricorda.
(47)