“I ragazzi sono confusi, spesso si affidano ad internet per cercare informazioni, ma trovano risposte fredde ed inesatte. In realtà cercano consigli di natura più etica che biologica” – è l’allarme lanciato dal Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano, che si appresta a concludere il progetto Vivere il sesso consapevolMENTE, finanziato grazie al contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il progetto ha coinvolto sei città italiane: Salerno, Bari, Reggio Calabria, Agrigento, Frosinone e Padova, raggiungendo un totale di 20 istituti di scuola media inferiore e superiore.
“Abbiamo portato nelle scuole medici e formatori per spiegare ai ragazzi, ed alle famiglie, l’importanza dell’educazione sessuale – spiega Irma Casula, presidente del Modavi – adottando metodologie diverse a seconda dell’età degli studenti. Le domande più frequenti, al di là della naturale paura o curiosità, riguardavano il senso di giustizia e di adeguatezza: i giovani, abituati fin da piccoli ad una fisicità sovraesposta e ad un relativismo svuotato dei valori, sembrano più che altro alla ricerca di una bussola per orientarsi. Tra i più grandi le domande riguardavano spesso la contraccezione, sulla quale è emersa una preoccupante ignoranza. Grandi assenti, in questo quadro, sono i genitori, i quali – conclude Casula – hanno dimostrato in quasi tutti gli istituti scarsissimo interesse e partecipazione”.
Nel corso del progetto è stata brevettata anche una applicazione per smartphone, XXY, che in questi mesi è stata scaricata da circa 4000 utenti. L’applicazione, contenente un dizionario e delle risposte a domande frequenti, ha registrato un feedback positivo anche da un pubblico più adulto rispetto al target del progetto, destinato a studenti tra i 10 e i 18 anni. Nei prossimi giorni sarà possibile scaricare il primo aggiornamento, effettuato principalmente sulla base dell’esperienza maturata in corso d’opera.
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