Il dispositivo si chiama mChip, è grande quanto una carta di credito e costa solamente un dollaro. Per il momento si tratta di un apparecchio ancora in fase di sperimentazione ma, qualora dovesse superare tutti i test, potrebbe cambiare le abitudini di milioni di persone in tutto il mondo. E’ infatti sufficiente una singola goccia di sangue e il dispositivo sarà in grado di rilevare in esso numerose proteine e anticorpi, anche quelli identificativi di Hiv, sifilide e altre malattie contagiose. Per “leggere” i risultati basterà un decodificatore grande circa quanto un telefono cellulare e del costo di un centinaio di dollari. Pertanto siringhe addio ed addio a prelievi di vari cc di sangue. Addio alle siringhe, pare, per iniezioni, grazie ad un cerotto con micro-aghi, messo a punto da un team del Georgia Institute of Tecnhnology di Atlanta. Il cerotto speciale consentirà in futuro di produrre vaccini che potranno essere somministrati direttamente dagli stessi pazienti. Il cerotto è progettato per iniettare farmaci attraverso la pelle, con un minimo di fastidio, attraverso una serie di minuscoli aghi di poche centinaia di micron di lunghezza, pari alla larghezza di pochi capelli messi insieme. Imbevuti con farmaci o vaccini, i nuovi cerotti possono somministrare lentamente e in modo indolore le sostanze nell’organismo. Gli scienziati confidano di iniziare il prossimo anno la sperimentazione sugli uomini, dopo i test (più che positivi) eseguiti sui topi. I ricercatori che hanno condotto questo studio sono convinti che l’invenzione potrebbe anche portare al primo vaccino antinfluenzale auto-somministrato. Come altre fobie, la paura per gli aghi e le siringhe, è una condizione reattiva irrazionale e sproporzionata, per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia e con cui gli altri si confrontano senza particolari tormenti psicologici. Chi ne soffre, si rende perfettamente conto dell’irrazionalità di certe reazioni emotive, ma non riesce a controllarle. In attesa di prelievi e cure senza aghi, è oggi importante chiarire che il tipo di fobia da cui si è affetti non ha alcun significato simbolico inconscio e la paura specifica è legata unicamente ad esperienze di apprendimento errato involontario (non necessariamente ricordate dal soggetto), per cui l’organismo associa involontariamente pericolosità ad un oggetto o situazione oggettivamente non pericolosa. Si tratta, in sostanza, di un processo di cosiddetto “condizionamento classico”. Tale condizionamento si mantiene inalterato nel tempo a causa dello spontaneo evitamento sistematico che i soggetti fobici mettono in atto rispetto alla situazione temuta.
Carlo Di Stanislao
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