(Di Carlo Di Stanislao) Cate Blanchett regina decaduta in “Blue Jasmine”, ultimo film di Woody Allen, che dopo le fughe estetiche tra Parigi e Roma e dopo i sogni intellettuali sull’Età dell’Oro (“Midnight in Paris”) e l’abbandono un po’ decadente e solo superficialmente visivo tra le braccia di un passato svanito (“To Rome With Love”), torna a piantare i piedi nella realtà statunitense e lo fa con una storia drammatica, dalle tinte cupe, in un modo quasi paterno, soprattutto utilizzando l’ironia non per stanare un determinato ambiente e un determinato paese, bensì per osservarli sconsolato.
Ne esce il ritratto una America ammaccata, fatta di ferite finanziarie ancora aperte, di titubanze internazionali e di un presidente la cui “taglia” si sta rivelando inferiore alle speranze cucitegli addosso.
Tornato a casa dopo la poco convincente parentesi parigina e romana, Allen ci racconta di una donna newyorchese di straordinaria bellezza ed eleganza, sprofondata dalla ricchezza più sfrontata alla povertà, la cui vita cambia quando il marito Hal (Alec Badlwin), uno spregiudicato uomo d’affari “alla Bernard Madoff” finisce nelle maglie del governo, in una disavventura nella quale lei stessa porta una precisa responsabilità, poiché il benessere suo e della famiglia risulta fondato sull’argilla di un sistema di evasioni fiscali e irregolarità finanziarie.
Allen, ricorrendo a una narrazione altalenante tra flashback e presente, mostra implacabilmente il “prima” e il “dopo” della donna, con un oggi in cui Jasmine, armata delle sue due ultime valigie di Louis Vuitton un po’ sbertucciate e dell’ultimo completo firmato rimastole addosso, atterra a San Francisco dove cerca la sorellastra Ginger (Sally Hawkins, già in “Sogni e delitti” di Allen, nonché ottima protagonista nell’indipendente “La felicità porta fortuna”, 2008, di Mike Leigh) e, attraverso di lei, un tetto sotto cui dormire. Ginger lavora come cassiera in un supermarket, ha una relazione con Chili (Bobby Cannavale), un meccanico italo-americano ruspante e genuino. Benché la sua condizione di vita attuale sia dovuta all’essersi fidata finanziariamente di quella canaglia del cognato Hal, Ginger accetta di buon grado Jasmine e, per quanto può, cerca di adeguarsi alle sue esigenze. Il problema è che quest’ultima non sa accettare il nuovo stato, né per sé stessa né per chi le sta attorno: non accetta la mediocrità delle occasioni di lavoro che le capitano per ripartire, né la relazione della sorellastra, si atteggia a “principessa sul pisello” in un mondo che finisce per vederla come una marziana. Non raccontiamo naturalmente il finale, ma il film, appena uscito nelle nostre sale, ci fa riscoprire l’Allen dei tempi migliori, capace, con arguzia, di insegnarci che il passato non può essere buttato sotto il tappeto o rimosso, perrchè può sempre piombare da dietro l’angolo a ricordarci chi siamo stati, nel bene e nel male.
Il film, distribuito dalla Warner, non uscirà in India perché il governo di quella nazione aveva preteso di inserire scritte e spot ogni volta che qualcuno, in scena, fumava una sigaretta e a tale richiesta l’autore ha detto decisamente no.
In America si è scritto che con questo film Allen è tornato ai livelli di “Match point” e raccontato, usando comici come Louis C. K. e Andrew Dice Clay in ruoli drammatici, l’America della crisi e della paura attuali. Valore aggiunto è la straordinaria prova di Cate Blanchett, che potrebbe seriamente pensare di portarsi a casa un Oscar, dal momento che il centro gravitazionale dell’intera storia e della variopinta umanità che la abita è esclusivamente lei, e il modo in cui veste il personaggio di una “regina decaduta” è assolutamente strabiliante.
Se Allen a settanta anni suonati continua a macinare film ad un ritmo più incalzante di Eastwood e De Oliveira, non meno strabiliante è Anna Mazzini in arte Mina, classe 1940, con debutto musicale nel 1958 a Forte dei Marmi, con “Un’anima pura”, che per Natale (in verità la prima uscita è stata il 19 novembre), lancia sul mercato un disco registrato dal vivo, intitolato “Mina Christmas song book”, che la vede reinterpretare dodici classici della tradizione natalizia, in un l’album corredato da un booklet dove lei è “trasformata” dalla matita di Giorgio Cavazzano in Mina Uack: suo alter ego disneyano protagonista – insieme ai personaggi i celebri, da Topolino a Paperone, da Qui Quo e Qua a Paperino , di di cinque storie di ambientazione festiva.
Dodici canzoni fra cui un duetto con Fiorello (per “Baby It’s Cold Outside”, un brano contenuto nella colonna sonora del film “La figlia di Nettuno” del 1950, vincitore dell’Oscar come miglior canzone originale) e con accompagnamento di eccezione, formato dal trio composto da Danilo Rea al pianoforte, Massimo Moriconi al contrabbasso e Alfredo Golino alla batteria.
L’album (da non perdere), è disponibile in tre versioni: cd standard (con il booklet e le tavole di Cavazzano), cd più libro (con in aggiunta le storie disegnate dall’illustratore e i testi delle canzoni) e Box Deluxe (con un vinile, un fascicolo con le ricerche storiche e le tavole di Cavazzano in formato da collezione).
Visto che siamo in clima, da vedere al cinema in questi giorni ormai quasi natalizi: “Il segreto di Babbo Natale”, film d’animazione prodotto dalla Gateway Films, Prana Animation Studios e Prana Studios,che racconta le avventure di un elfo che per diventare l’aiutante di Babbo Natale, inventerà un marchingegno e poi finirà per salvare Babbo Natale ed anche, dal 19 dicembre, “Frozen” , classico numero 53 della Disney, cartone ispirato alla fiaba di Andersen “La regina delle nevi”, ma con l’aggiunta della divertentissima presenza di Olaf, un curioso pupazzo di neve che farà ridere tutti.
Con apprensione, poi, aspettiamo il “secondo episodio” de “Lo Hobbit – La desolazione di Smaug”, diretto da d Peter Jackson, dove si racconta della’incontro di Bilbo col drago Smaug e che, rispetto al precedente “Un viaggio inaspettato”, sembra essere più movimentato e meglio riuscito, tanto da incassare già un miliardo di dollari nel resto del mondo.
Vi si narra, dicevamo, di Bilbo (Martin Freeman), Gandalf (sir Ian McKellen) e i dei nani guidati da Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage), in viaggio verso la Montagna Solitaria, dimora del drago Smaug, con grande spazio agli elfi tra cui Tauriel, elfa silvana inventata appositamente, per dare un volto femminile ad una storia che nell’originale non ne prevedeva.
Comunque i fan più ortodosi di Tolkein hanno proortestato sia per la sua presenza, sia per quella di Orlando Bloom che torna nel ruolo dell’arciere Legolas, un’aggiunta voluta dal regista e dai suoi sceneggiatori Fran Walsh e Philippa Boyens; mentre tutti si sono dertti entustiati del drago Maug, un autentico miracolo che si deve agli artisti della Weta Digital e ai designer della Weta Workshop, diretti dal “signore degli effetti speciali” Joe Letteri.
Naturalmente non mancheranno i cinepanettoni, anche se l’anno scorso se ne era proclamata l’estinsione, con le solite insulse commedie di battutacce e donne nude, di Leonardo Pieraccioni (“Un fantastico via vai”), Neri Parenti (“Colpi di fortuna”), Fausto Brizzi (“Indovina chi viene a Natale”) e, per gennaio, dei Vanzina che, in pieno gelo, cercheranno di resuscitare le estati di “Sapore di Mare” portandole negli anni ’80, probabilmente riuscendo solo ad essere ancora più scontati e meno divertenti di allora.
Meglio andare a vedere “Piovono polpette 2”, in uscita il giorno stesso di Natale, sequel che vede lo scienziato pasticcione Flint alle prese con altri cataclismi alimentari, con una animazione raffinata ed una storia in fondo coinvolgente, che vede l’eroe ed i suoi amici impegnati contro famelici Tacodrilli, Orangamberi, Torte a Sonagli, Spiderburgher ed altri Animacibi, per salvare nuovamente il mondo.
Ancora meglio, il primo del nuovo anno, distribuito da Lucky Red, “Capitan Harlock” di Shinji Aramaki, film di animazione che ha debuttato alla Mostra del cinema di Venezia, ed è la trasposizione del manga di Leiji Matsumoto sul pirata spaziale che ha anche ispirato un cartone animato diventato cult per generazioni di bambini e ragazzi, in cui l’eroe sarà impegnato sulla sua astronave/incrociatore Arcadia, a lottare contro la corrotta Coalizione Gaia. Il primo gennaio esordirà anche Il castello magico di Jeremy Degruson e Ben Stassen, film d’animazione made in Belgium, distribuito da Notorious Pictures, su Tuono, un gattino randagio che entra in una buffa famiglia di giocattoli animati.
Lo stesso giorno ci concederemo il bis, andando alla prima uscita di: “ Il castello magico” di Jeremy Degruson e Ben Stassen, film anche stavolta d’animazione, prodotto in Belgio, distribuito da Notorious Pictures, che ci parla di Tuono: un gattino randagio che entra in una buffa famiglia di giocattoli animati.
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