(Di Carlo Di Stanislao) Dopo aver vinto tutto il possibile (sette David di Donatello, sette Nastri d’argento, Il Globo d’oro per il miglior film e al Tribeca Film Festival, migliore attrice a Valeria Bruni Tedeschi) ora “Il capitale umano” dovrà vedersela con il più n agguerrito drappello di film l mondo, come “Due giorni, una notte” di Luc e Jean-Pierre Dardenne; “Saint Laurent” di Bertrand Bonello; “Gett: The Trial of Vivian Amsalem” di Ronit e Shlomi Elkabetz dedicato alle donne israeliane alle quali non viene concesso il divorzio dai mariti; Ida” di Pawel Pawlikowski che mette a confronto una donna anche troppo navigata e una novizia solo purezze; “Turist di Ruben Oestlund”, Premio della Giuria in “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2014 il plumbeo e cerebrale “Il regno d’inverno – Winter Sleep” di Nuri Bilge Ceylan, Palma d’Oro 2014.
Il film di Virzì è stato scelto per rappresentarci agli Oscar ed ha molte possibilità, trattandosi di un gran bel fiilm di respiro internazionale, libero adattamento di un libro dello scrittore americano Stephen Amidon che racconta i problemi economici degli States (un connubio tra Virzì e Amidon che sembra si sta rinnovando per la prossima opera); che ha incassato ben 6 milioni e mezzo ed è stato venduto in 35 paesi.
La commissione che lo ha scelto, istituita dall’Anica, su invito della “Academy of Motion Picture Arts and Sciences”, era composta da Gianni Amelio, Tommaso Arrighi, Angelo Barbagallo, Nicola Borrelli, Caterina D’Amico, Maria Pia Fusco, Barbara Salabè, Gabriele Salvatores e Niccolò Vivarelli e lo ha preferito ad altri due grandi film: “Anime nere” e “Le meraviglie”.
Virzì era già stato scelto quattro anni fa con La prima cosa bella ma non era arrivato alla cinquina.
Speriamo che quest’anno le cose vadano meglio a lui e alla nostra cinematografia, tornata a livelli molto alti dopo anni di cocenti delusioni.
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