Nino D’Angelo canta gli anni Ottanta
Emozione e nostalgia. Per i tempi passati “che non torneranno più”, ma la vita “è così”, per il caschetto biondo “che non potrò più avere”.Nino D’Angelo si racconta prima di farlo dal vivo con uno spettacolo sugli anni d’oro della sua lunga carriera, un concerto ‘Anni 80 e non solo’ che lo sta portando in giro per l’Italia. Venerdì 6 il cantautore napoletano sarà a Torino, teatro Colosseo, sabato 7 invece sarà all’Auditorium della Conciliazione a Roma.
A proposito della tappa nella Capitale “sarà una replica, ho già suonato davanti a tanta gente- racconta a Diregiovani.it- Ogni volta per me tornare sul palco a cantare queste canzoni significa emozione, nostalgia. Nostalgia di tempi bellissimi che ho passato da giovane, che mi hanno cambiato la vita, mi tornano in mente momenti meravigliosi, che sono passati e che non tornano più. Perché la vita è così. Non potrò avere il caschetto, non potrò avere quell’età. È la vita”.
Particolarità del tour, il proporre canzoni di tanti anni fa con stessi arrangiamenti e stessa musica: “E questa è la fatica più grossa- ha detto ancora- Ovvero quella di realizzare stessi arrangiamenti, ritrovare quei suoni che caratterizzavano i dischi Anni 80, quando poi arrivò l’elettronica ‘mischiata’ con la musica vera”. Ne viene fuori “uno spettacolo simpatico e ancora più nostalgico”, con la musica di una volta e la voce di Nino D’Angelo di oggi, “una voce più da uomo”. Ogni tappa è un tuffo nel passato per lui, ricordare momenti e canzoni che gli hanno dato tanto successo: “E non esiste una canzone che preferisco di più rispetto alle altre. Ogni attimo è bello- ha proseguito- Forse a ‘Nu Jeans e na maglietta’ devo di più, mi ha fatto uscire da una vita ‘normale’ facendomi diventare quello che sono oggi. Ho avuto la fortuna di aver scritto quella canzone, che mi consentì di guadagnare tanti soldi”.
Nino D’Angelo, ad un certo punto è stato un elemento di rottura per la canzone partenopea: “Avevo voglia di essere un cantante nazionale, pur rimanendo napoletano- ha spiegato- ‘Nu jeans e na maglietta’ è stata una canzone più italiana, che potesse avere un pubblico diverso. Una canzone pop che a quei tempi era una trovata. La canzone napoletana era Mario Merola o Pino Mauro. Era sceneggiata. Io uscii fuori dai canoni. Ero un cantante diverso, nuovo. Chi amava il classico storceva il naso”. Da A storia mia (‘O scippo), album di esordio di Nino D’Angelo, sono passati quasi 40 anni: “Da allora l’Italia, Napoli, sono cambiate sicuramente nei valori, nei sentimenti. Dalle canzoni puoi capire certi cambiamenti. Noi eravamo più creduloni, romantici. Ridevamo per il sentimento. Oggi viene materializzato tutto. Tutto più materiale, tutto arrivabile, abbordabile. Arriva tutto senza desiderio. Prima desideravi, oggi puoi avere tutto. La mia generazione era diversa, se meglio o peggio non lo so. Eravamo più sognatori. Io nostalgico lo sono ma mi piace comunque andare avanti. Facendo un paragone tra 40 anni fa e oggi, eravamo più poveri ma ricchi di altro, e oggi accade il contrario”. Rimpianti o soddisfazioni?: “Sì e no. Rimpianti certamente no, non devo e non posso averne. Sono fortunato, sono partito dal niente, ho avuto tutto. Non posso rammaricarmi, devo dire grazie alla gente- ha spiegato ancora- Per quanto riguarda invece la soddisfazione, sono riuscito a farmi apprezzare da chi storceva il naso, questa è una soddisfazione. Oppure quando un mito come Miles Davis che acquistava i miei dischi quando veniva in Italia. Oppure quando Pupi Avati mi chiamava per farmi fare un film o quando ho vinto il David di Donatello per una colonna sonora che ho realizzato per un film”.
O ancora “essere entrato in classifica per esempio in Romania, non me lo sarei mai aspettato. O quando ho cantato all’Olympia di Parigi. Di soddisfazioni ne ho avute forse anche troppe- sorride- O quando abbiamo fatto un film spendendo 300 milioni incassando 8 miliardi”. Tante soddisfazioni, nessun rimpianto. Proprio per non togliere speranze, illusioni o soddisfazioni ai giovani che si avvicinano al mondo della musica, Nino D’Angelo non accetterebbe mai il ruolo di giudice in uno dei tanti Talent che ci sono in tv: “Non sarei bravo a fare il giudice- ha ammesso- Non sarebbe nelle mie corde. Non saprei farlo. Serve essere coraggiosi, avere il cuore duro. Non è da me spezzare il sogno a qualcuno”. Talent sì o no? “Non sono se sono contro o a favore, se consiglierei un giovane se partecipare o meno. Per me l’importante è avere talento. Non so quanto 4 giudici possano incidere sul futuro di un artista. Se parliamo di tecnica, poi, allora magari uno come Vasco Rossi non avrebbe mai potuto cantare. Invece è il cantante italiano più amato. Ad un giovane oggi direi di prendere tutti i treni che passano, di provare a cogliere le opportunità”. (Dire)
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