Mentre resta nel cuore Win Wenders e il “Suo Sale della Terra” e le sue parole sulle persone che lo hanno più profondamente segnato: Pina Bausch e il geniale fotografo Salgado; oggi è il giorno di Bollywood al Festival del Cinema di Roma.
Si parte con la proiezione nella Sala Sinopoli e in anteprima mondiale, dii “Haider”, il nuovo film di Vishal Bhardwaj, regista, sceneggiatore, produttore, compositore e cantante indiano famoso per i suoi magistrali e innovativi adattamenti delle opere di Shakespeare: Maqbool nel 2003, tratto da “Macbeth”, e Omkara nel 2006, tratto da “Otello” (entrambi proiettati nella Sala Squarzina lunedì scorso), grandi successi di pubblico e critica in patria e all’estero, che costituiscono i primi due capitoli della trilogia che si con questo film ispirato all’Amleto.
La proiezione alla presenza di Shahid Kapoor, vincitore ai Filmfare Awards, i premi più importanti assegnati dal cinema indiano, e Tabu, considerata una delle migliori attrici del cinema Hindi, più volte premiata per le sue interpretazioni con il prestigioso National Film Award, interprete de “Il destino nel nome” presentato al Festival di Roma nel 2006, film molto particolare realizzata da Mira Nair, un’autrice che da sempre è capace di interessare il pubblico internazionale con opere di compassata finezza femminile.
Tornando al Festival di Roma, alle ore 18, Vishal Bhardwaj sarà al teatro Argentina per un incontro con il pubblico sul tema “Shakespeare e il cinema”, durante il quale dialogherà con il critico teatrale Attilio Scarpellini e i registi Andrea Baracco e Veronica Cruciani, che hanno già affrontato l’Amleto in due spettacoli di prosa.
Alle 21, infine, sul red carpet capitolino sfileranno la stessa Vishal Bhardwaj e Shahid Kapoor, con il corpo di ballo “BollyMasala Dance Company”, specializzato nella danza del cinema indiano ‘bollywood’ e diretto da Ambili Abraham, ballerina e coreografa di Cinematic dance, dal 2000 icona della danza bollywood nel nostro Paese e non solo.
In Abruzo, a Pescara, l’abbiamo ammirata in uno spettacolo superbo nel 2012, dove ha mostrato con straordinaria capacità che la danza bollywood in india non è solo ballo, ma un modo per la cultura per annullare le diversità sociali.
Trentacinque anni, ballerina da quando ne aveva cinque, in Italia da 14, figlia di un diplomatico, ha avviato il primo corso assoluto di danza Bollywood, in Italia, nella scuola You Can Dance di Marco Santinelli.
Con il suo corpo di ballo, chiamato Bollymasala, ha partecipato alla Giornata Mondiale dei giovani davanti al papa Giovanni Paolo II, al programma di Ra1 Ballando con le stelle , allo spettacolo La Voce del Tamburo presso l’ Auditorium Concilliazione, alla performance curata dalla Onlus Incontra Donna, al Chiostro del Bramante di Roma, oltre che a vari spettacoli nei più prestigiosi teatri Romani.
Se Wenders, citando ed interpretando S Sebastião Salgado messa in gioco la propria etica, estetica, e visione di mondo, anche il cinema indiano lo fa in modo più popolare, curando la sofferenza con la danza, il suono ed il colore.
Non è un caso che sempre Wenders abbia dichiarato di essere stato influenzato da questo cinema e modo, che entra in qualche misura nell suo nuovo film di finzione, intitolato Every Thing Will Be Fine, un drama family girato in Quebec, con James Franco, Charlotte Gainsbourg e Rachel McAdams.
Al Teatro Quirinetta di Roma, dal 29 novembre al 9 dicembre 2012, in concomitanza con la mostra “Akbar. Il Grande Imperatore dell’India”, si è svolta, la rassegna cinematografica Bollywood, curata dal Film Meeting Roma, per offrire un ampio sguardo sulle nuove tendenze che si vanno affermando nella produzionecinematografica in lingua hindi di Mumbai e che porta i registi a sperimentare linguaggi, tematiche e stili diversi, oltre a favorire la crescita del cinema indipendente, già ribattezzato “Hindie” (dalla fusione tra “hindi” e “Indie” – termine usato per definire il cinema indipendente), le cui nuove tendenze attirano sempre più l’interesse dei grandi festival internazionali.
Nel corso della rassegna vidi uno spettacolare film storico sulla vita dell’Imperatore Akbar Jodhaa Akbar, girato nel 2008 da AshutoshGowariker, già regista dell’acclamato Lagaan (2001), candidato agli Oscar come miglior film straniero e mi resi conto di quanto grande, avvincente ma anche profonda fosse quella cinematografia, capace di affrontare temi complessi con linguaggio semplice, fruibile e diretto.
Carlo Di Stanislao
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