Carlos Tevez è rimasto di nuovo senza patente. La polizia stradale in servizio al traforo del Monte Bianco, secondo quanto appreso dall’ANSA, lo ha fermato poche ore dopo il 2-1 sul Real Madrid, nella notte tra martedì e mercoledì. Viaggiava ai 120 chilometri orari, in direzione Francia, nel tunnel dove il limite è di 70 chilometri orari. Un ‘vizietto’, quello della velocità, a cui l’attaccante argentino sembra abituato: nel 2013, quando militava nel Manchester City, era stato arrestato e rilasciato su cauzione perché guidava nonostante la sospensione della patente e il Tribunale lo aveva poi condannato ad una multa pari a 1.400 euro e a 250 ore di servizi sociali).
Se l’attaccante accelera, in auto come sul campo, il Boca Juniors sembra invece frenare sul suo ritorno in Argentina con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto. L’Apache ha un accordo con la Juve fino al 2016 e il club argentino “è sempre rispettoso delle intese in essere”, per dirla con le parole di Enzo Pagani, presidente di Boca Social, l’ente che si occupa dei progetti sociali della società, a Torino per presentare la partita delle vecchie glorie bianconere e argentine del 18 giugno. “Il Boca è la sua casa e tutti noi vogliamo vederlo tornare alla Bombonera – precisa il dirigente -. Ora però sono sicuro che la sua testa e il suo cuore sono soltanto sulla Juve e sulla prossima partita con il Real”.
Una vittoria in Champions potrebbe aprire gli scenari più inaspettati: dal desiderio di tornare subito a casa, alla voglia di giocarsi ancora l’Intercontinentale prima di chiudere il ciclo. Per riuscirci bisogna però azzeccare la partita al Barnabeu. “A Madrid dobbiamo giocarcela a viso aperto – sostiene Claudio Marchisio, che a breve rinnoverà il suo contratto con la Juve -. Non possiamo commettere l’errore fatto a Monaco, dove non abbiamo giocato e abbiamo aspettato. La gara con il Real ha dimostrato che possiamo giocarcela con chiunque”.
(100)