Nell’articolo comparso sul nuovo numero di Prima Comunicazione a pag. 84, “Roba nostra”, il dott. Fabrizio Carotti afferma che Data Stampa non vuole riconoscere un compenso agli editori per la riproduzione dei contenuti giornalistici; a tal proposito Data Stampa ribadisce per l’ennesima volta che Carotti afferma cose non vere.
Data Stampa è pienamente favorevole al riconoscimento agli editori di un equo compenso per l’utilizzo dei loro prodotti editoriali, a patto che tale compenso venga fissato da un accordo fra le parti che non sia “capestro” come quello che la FIEG ha tentato di imporre nel passato o da una norma di legge che sia uguale per tutti.
Data Stampa definisce “capestro” l’accordo proposto perché FIEG e Promopress si erano riservate di esercitare la facoltà di non rinnovare la licenza ARS, dopo i primi tre anni dalla sua firma. Tale abnormità è risultata nei mesi ancor più evidente per il lancio avvenuto quasi in contemporanea rispetto al periodo in cui la FIEG ha costituito il Consorzio “Edicola Italiana” e che, per l’attività che si ripromette di svolgere, parrebbe volersi sostituire alle aziende che da decine e decine di anni lavorano e investono per fornire un servizio.
Data Stampa, inoltre, ribadisce la piena fiducia nell’iniziativa della Commissione Europea di avviare una consultazione pubblica su editoria e diritto d’autore, certi che la soluzione cui si arriverà potrà essere condivisa e rispondente alle esigenze di tutte le parti coinvolte, a garanzia del lavoro di quanti da anni operano nel settore (alcuni oltre 114).
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