Disoccupazione e bullismo spaventano i ragazzi italiani
Educare i giovani ai loro diritti. Questo è stato lo scopo dell’incontro che si è tenuto oggi tra bambini e adolescenti ed istituzioni. Un confronto con cui i ragazzi hanno potuto sollevare domande in merito a questioni di vario tipo: dal problema del bullismo e del neonato cyberbullismo, al tema del diritto all’istruzione, fino ad arrivare delucidare quali siano le facoltà giuridiche di un minorenne. Un’esperienza volta a promuovere un atteggiamento sempre più disponibile e attento nei confronti dei più piccoli che hanno fatto sentire le loro voci al grido “noi non stiamo zitti”, lo slogan che ha dato nome all’iniziativa.Una visione cupa del futuro, dunque, che si traduce in richieste esplicite alle istituzioni. Prima fra tutte la scuola. Tra i ragazzi, il 53% chiede che negli istituti ci sia maggiore orientamento al mondo del lavoro, il 51 % più tecnologia ed il 42
% più protezione da violenza e bullismo, vero incubo degli adolescenti che nell’80 % dei casi si realizza proprio tra i banchi di scuola. Ma non sono solo presidi e docenti i destinatari delle richieste dei più piccoli, che hanno sollevato questioni anche nei confronti delle istituzioni politiche. Infatti, alla domanda “quali sono i diritti violati in Italia” il 42% degli intervistati ha indicato il diritto di avere uguali possibilita’ tra ricchi e poveri, il 33%, il diritto ad essere protetti da violenze ed abusi ed il 27 % il diritto a non essere discriminati per la propria nazionalità.
“Le parole dei ragazzi, di quelli che hanno partecipato all’indagine come di quelli che abbiamo incontrato nelle scuole romane nei giorni scorsi, evidenziano – ha commentato il Prof. Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro – come siamo in un periodo storico di transizione ci sono movimenti imponenti di persone che si spostano dai Paesi più poveri alla ricerca di migliori condizioni di vita. C’è un cambio di valori e punti di riferimento, una inarrestabile trasformazione dovuta alle nuove tecnologie, tutti segnali di un cambiamento epocale. Molte delle sicurezze che si ritenevano acquisite non ci sono più”.
Il presidente ha inoltre concluso affermando: “alle paure, agli orrori degli attentati che coinvolgono l’intera società, si aggiungono paure legate al quotidiano, intimamente vissute dai ragazzi, la maggior parte delle volte, in solitudine”. (Dire.it)
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