Europei 2016: la Francia batte la Germania e arriva in finale
Griezmann logora chi non ce l’ha. Parafrasare un vecchio adagio della politica italiana risulta utile per spiegare quello che è stata Germania-Francia, semifinale “nobile” rispetto a quanto offerto dalla parte bassa del tabellone. Una doppietta del folletto tuttofare francese, regola la contesa con gli acerrimi rivali tedeschi e consente a Deschamps di staccare il biglietto per Parigi, tutti a sfidare CR7.
Europei 2016: la Francia, squadra giovane e spietata
Dietro la prestazione da prima pagina dell’attaccante colchonero c’è la mano del tecnico ex Juventus e la sua abilità nell’aver creato una squadra giovane, tonica e spietata quando serve, e ancor di più quando non serve. Dietro la schiacciante vittoria contro Löw, c’ è una squadra frutto di un biennio di azzeccati esperimenti e di solide certezze: Pogba, Gignac, Giroud, Payet, eccola la “meglio gioventù” tricolore, pronta con sfrontatezza e arroganza, tipiche della fresca età, ad assediare Ronaldo e compagni e a prendersi, lusitani permettendo, il titolo continentale. E la Germania? E tutta la retorica della compagine multietnica, ben assortita e capace di eliminare l’Italia di Conte, di presentarsi in semifinale con il miglior calcio giocato durante la manifestazione? Svanita, semplicemente svanita al cospetto della prorompente forza d’urto francese. E dire che i tedeschi ci hanno provato, ad indirizzare la partita prima e a riaprirla poi; un palo, due miracoli di Lloris sono sul taccuino. Ma non è bastato, tutto qui.
La gara, ben diretta da Rizzoli e i suoi collaboratori, parte come giusto che sia con schemi bloccati, mediane fitte e pronte a ripartire e con gli attaccanti, soprattutto quelli francesi, il cui compito era quello di non dare troppi punti di riferimento. La paura principale di Deschamps, difatti, era quella di offrire ai sornioni tedeschi, una lettura tattica stantia, facilmente ingolfabile. E allora, via, tutto pressing, passaggi corti più che si può e palla ai talentini di casa per inventare la mossa giusta.
I tedeschi scontano la mancanza di una punta di ruolo
La Germania, di contro, sconta la mancanza di una punta di ruolo (out Gomez sul più bello) perché Muller proprio punta non lo è. La prima frazione scivola via tra tentativi più francesi che tedeschi, perché Greizmann ha l’argento vivo addosso. E proprio mentre tutto volgeva al termine del primo tempo, ecco l’episodio che non ti aspetti: angolo dalla destra , Evra salta di testa ma Schweinsteiger ha il braccio largo come successo contro gli azzurri. Rizzoli non ci pensa due volte, è rigore. A Greizmann il compito di mettere la freccia.
La ripresa serve alla Francia per capire le reali possibilità di successo finale, perché la mente già è rivolta al Portogallo. Se ne accorge la Germania che prova il tutto per tutto, però con quel velo di sfiducia che fiacca le migliori intenzioni: quando Schweinsteiger non gira diventa tutto complicato. Lloris, poi, tira giù la saracinesca quanto basta per fermare le iniziative tedesche che implodono al 73’, col raddoppio della Francia: magia di Pogba sulla sinistra, cross in mezzo, Neuer toglie la palla dalla testa di Giroud, ma Griezmann in agguato gonfia la rete dei tedeschi per la seconda volta. Gioco, set e incontro, si direbbe al Roland Garros: la revanche è consumata; dopo tanto soffrire, Parigi e la sua gente hanno voglia di festeggiare. Qualcuno lo dica a CR7.
(dire.it)
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