(Di Carlo Di Stanislao) Cominciamo con quello più particolare: “Su re”, interamente girato in Sardegna, diretto da Giovanni Columbu, dove si raccontano i “passi paralleli” del Vangelo, reiterando e intrecciando scene, come nel “Rashomon” di Kurosawa, su uno sfondo rurale che ingenera forza e misticismo.
Di tema per così dire religioso anche: “Mea maxima culpa: Silenzio nella casa di Dio”, documentario sui più atroci casi di pedofilia inflitta su minori da preti, diretto da Alex Gibney, che con una forza ispirata ci palesa un viaggio dalle tenebre alla luce. “L’amore inatteso” di Anne Giaffetti racconta cosa accade ad un uomo che a quarant’anni scopre la fede, visto che questa sua esigenza cambia i rapporti con la sua famiglia e con chi lo circonda.
Invece “La madre”, è un magnifico horror prodotto da Guillermo del Toro e diretto da Andres Muschietti, con protagoniste due bambine che per cinque anni sono sparite. Vengono ritrovate e nessuno sa come abbiano fatto a sopravvivere per tutto quel tempo. Lo zio e la fidanzata si occuperanno di loro ma da quel momento una presenza molto malvagia si manifesterà, utilizzando le due piccole, per portare tutti alla pazzia.
Molto atteso poi, dato il particolare momento, è l’italiano: “Benvenuto Presidente!” di Riccardo Milani, con protagonista Claudio Bisio, storia di un uomo che si chiama Giuseppe Garibaldi e che vive in uno sperduto paesino del Piemonte, con un grande amore per la pesca, che viene eletto – per inciuci politici – Presidente della Repubblica Italiana. Prelevato e portato al Quirinale tutto il Parlamento è sicuro che – come il povero carbonaio ne Il Marchese del Grillo – rimarrà talmente scioccato dall’evento che rinuncerà alla carica. Ma le cose andranno diversamente.
Regista televisivo e cinematografico, classe 1958, storico fidanzato della Cortellesi, divenuta sua moglie ad ottobre 2011, Milani ha fatto un film che piacerà ai “Cinque stelle”, dove vince l’uomo qualunque con la sua voglia di vedere una pulizia radicale nei meandri dei palazzi del potere.
A parte, infine, “Gli amanti passeggeri”, film in cui Almodovar ritrova il suo smalto; per bambini di tutte le età l’eccellente cartoon “I Croods”, diretto da Chris Sanders e Kirk De Micco che ha come protagonisti una famiglia di cavernicoli, con Grug, il capofamiglia, profondamente attaccato alle tradizioni e per nulla incuriosito dal mondo, a cui interessa solo che la figlia Hip rimanga al suo fianco con la moglie e la nonna bicentenaria. Quando sulla loro strada si metterà Guy, un ragazzino che conosce il fuoco e che cammina con le scarpe, il giovane cercherà di modernizzare la famiglia, anche se il patriarca non vuole saperne.
Quanto a l’altro, è in corso (e durerà sino al 31 maggio), la rassegna “Doc in tour”: 36 documentari in 20 sale, da Piacenza a Rimini, con opere selezionate tra autori o case di produzione emiliano-romagnoli, o con temi che riguardano la regione, nella consapevolezza che il documentario è un importante strumento di indagine delle dinamiche sociali e in generale del nostro tempo, mezzo di comunicazione innovativo e attuale che racconta e descrive aspetti peculiari della realtà offrendo spunti per una riflessione più profonda.
Quest’anno la rassegna è più lunga, partita già il 1 marzo, con film che affrontano diversi temi, come racconti di paesi e conflitti lontani (Isqat al Nizam. Ai confini del regime; Kosovo versus Kosovo; Palestina per principianti. Educazione sentimentale di un bassista rockabilly); la scoperta dell’altro tra immigrazione, integrazione e diritti (Nadea e Sveta); la condizione femminile ieri e oggi (A casa non si torna; Come prima, più di prima, Mi amerò; Nadea e Sveta; Con cuore puro); l’ambiente e la salvaguardia del territorio (God save the green; The Golden Temple; L’ora blu; Ortobello. Primo concorso di bellezza per orti); le riflessioni su amore e sentimenti (Con cuore puro; L’ora blu; Mignon; Nadea e Sveta); storie e memorie d’Italia (Profughi a Cinecittà; Non mi avete convinto. Pietro Ingrao un eretico; Formato ridotto. Libere riscritture del cinema amatoriale); spaccati di vita tra cronaca, racconto e impegno sociale (Ulidi piccola mia; Formato ridotto. Libere riscritture del cinema amatoriale; Come prima, più di prima, Mi amerò; L’ora blu; Nadea e Sveta; I giorni scontati. Appunti per un film in carcere; Non mi avete convinto. Pietro Ingrao un eretico; The Golden Temple) e, infine, cultura e svago (Voci in nERo. L’Emilia-Romagna nelle pagine del noir; Subbuteopia; Mignon; Ortobello. Primo concorso di bellezza per orti; Gli Anni delle Immagini Perdute). Curata da Anna Di Martino e Davide Zanza, l’interessante rassegna presenta molti autentici talenti, come, ad esempio “Mignon”, il documentario che Massimo Alì Mohammad ha girato sulla sala cinematografica a luci rosse di Ferrara ancora in attività, per capire quale cilindro da illusionista e amante della settima arte si porta dietro dalla natia Napoli, con la celebre sequenza accelerata di Arancia Meccanica con tappeto sonoro di Beethoven, che acquista devastante vigore anche nella presentazione altrettanto accelerata tutta simboli, foto, frammenti di pellicola, facce e spazi del girato ed una rappresentazione formidabile della sala hard, con fuori l’insegna blu al neon e dentro gli spazi ben tenuti di una chiesa sconsacrata.
Nato nel 1983, con già una menzione speciale al festival di Torino per il corto “La nonna”, Massimo Alì Mohammad è anche autore (nel 2011) del documentario “L’occulto della terra”: sull’antica arte della ricerca del tartufo, girato nel nebbioso tardo autunno dei territori del bondenese, in provincia di Ferrara, che racconta per immagini l’esperienza di due giovani e dei loro cani alle prese con boschi, fango e terra, scavando sul rapporto tra uomo e natura.
Un’esperienza unica per chi vuole scoprire quel che sta dietro ad un profumato piatto condito con il nobile tartufo e, allo stesso tempo, immergersi nelle tradizioni e racconti di un territorio complesso, duro ed affascinante.
Intanto la Open Road, ha annunciato che, per mancanza di tempo non ha potuto pubblicizzare a sufficienza il film “Jobs”, interpretato da Ashton Kutcher, la cui uscita era prevista in questi giorni, arriverà nella sale a data da destinarsi, mentre, contemporaneamente , la Funny or Die ha comunicato di aver realizzato in soli cinque giorni una pellicola sul fondatore della Apple, che presto potrà essere vista nella sale e sul web.
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