(di Lorenzo Petrilli) – Tornare nel centro di l’Aquila per passare una serata e vedere tantissime persone che fanno su e giù per il corso, è un ritorno al bel passato aquilano; ragazzi che ballano, chiacchierano, si divertono, chi beve un bicchiere di troppo, chi ci prova con la ragazza vicino. Ci sono però delle situazioni che non fanno bene ad una città già troppo martoriata.
Nel periodo post-sisma 6 Aprile 2009, ad aver sofferto maggiormente questa situazione è stato il centro storico dell’Aquila ed il suo corso.
Sicuramente per far tornare L’Aquila a volare servirà far tornare il centro storico a vivere.
La serata abituale dei giovani si svolge partendo dalla fontana luminosa fino ad arrivare all’inizio di Piazza Duomo: tutto vive in un corso decapitato, transennato, puntellato, privato quasi del tutto della propria identità; non fosse per quei pochi locali che mantengono vivo il centro.
Facendo un viaggio nel giovedì sera aquilano, si scopre che non tutto va per il verso giusto. Lasciando per un secondo le responsabilità pubbliche, giriamo tra i giovani della notte aquilana: ragazzi, ragazze, studenti, lavoratori, aquilani e non.
Partendo dalla piazzetta de ju Boss si fanno vedere e sentire tantissimi ragazzi che, finalmente, riempiono il silenzio del corso abbandonato dopo il terremoto 6 Aprile 2009. Questi ragazzi hanno però delle responsabilità nei confronti del centro storico che, per tornare a vivere, ha bisogno di essere rispettato anche dal punto di vista della cura estetica e morale. E’ così che nasce l’irresponsabilità nei confronti di un luogo (già tartassato da una tragedia), da parte di molti ragazzi che vivono la movida aquilana in centro. Questi, dopo aver consumato cocktail vari, vino o birra, gettano a terra bottiglie, bicchieri, come se non sapessero di trovarsi in una delle zone aquilane che per risollevarsi ha bisogno di essere rispettata ancor di più, rispetto ad un “normale” centro storico.
Ma un’altra irresponsabilità viene vissuta: le vie ormai buie, transennate, perpendicolari al corso, si sono trasformate in veri e propri gabinetti a cielo aperto, quelle stesse vie che prima del sisma 6 Aprile 2009, ospitavano locali commerciali ed un viavai continuo di giovani e meno giovani.
Pensare che quelle stesse vie che prima ospitavano vita, ora sono divenute latrine e luoghi dove i ragazzi che hanno alzato troppo il gomito vanno a vomitare, fa veramente paura.
Sicuramente irresponsabilità pubbliche per una vera rinascita del centro ci sono; ma è anche vero che esistono responsabilità private di parte di giovani aquilani e non, che spesso vengono a mancare, in un momento in cui dovrebbero sempre essere presenti.
Detto questo, non si può non dire che esistono anche giovani aquilani e non che sono responsabili verso L’Aquila, il corso e le sue vie una volta piene di vita, quegli stessi giovani, permetteranno all’Aquila di tornare a volare ancora più in alto di prima.
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