Una città aliena nel cuore della Malesia, è Kuantan la città rossa. La città, capoluogo dello stato di Pahang, da tempo si è tinta di rosso e la colpa è dell’inquinamento. Un disastro ambientale passato ancora una volta sotto silenzio in Italia, causato dall’aumento indiscriminato dell’estrazione della bauxite, da cui si ricava l’alluminio.
L’area della Malesia è da mesi in ginocchio. Questa roccia sedimentaria è la principale fonte di produzione dell’alluminio. Chilometri di mari, fiumi e coste si sono ricoperti da una coltre color ruggine tutt’altro che salutare. Malattie della pelle e aumento del rischio di cancro sono ormai una realtà e le richieste pubbliche di una più severa regolamentazione delle miniere di bauxite finora sono rimaste inascoltate.
La domanda da parte della Cina ha alimentato il rapido aumento del settore minerario della bauxite di Pahang e la preoccupazione per l’impatto sull’ambiente è ormai alle stelle.
Tre mesi, un margine di tempo troppo stretto, secondo gran parte della popolazione colpita dal problema. I residenti e le organizzazioni non governative non sono soddisfatte delle misure annunciate. Per Jasper Teoh, cittadino di 42 anni: “Cosa si può fare entro tre mesi? L’arco di tempo è troppo breve per fare qualsiasi cosa. L’ennesimo disastro ambientale che tra qualche giorno verrà dimenticato.
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