(Di Carlo Di Stanislao) Era nato a Tivoli 72 anni fa ed era innamorato di Little Richard. Per questo volle chiamarsi Little Tony, con un percorso artistico iniziato negli anni ’50 ed i primi successi non in Italia ma in Inghilterra, dove era andato, sedicenne, senza una lira e senza sapere una parola di inglese. Dopo un anno soltanto divenne ospite fisso di ‘Wham!’, un programma dedicato al rock’n’roll, con George Michael ed il grande Elvis, che per il “piccolo” italiano scrisse Too Good, che entrò nella top 20 inglese del 1959.
E’ in quel periodo che con la sua band (il nome “Little Tony and his brothers”), formata da lui e dai fratelli, che lo avevano seguito su invito dell’ impresiaro inglese Jack Good, che lo aveva notato durante uno spettacolo al Teatro Smeraldo di Milano, incide Lucille, Johnny B. Good, Shake rattle and roll ed altri brani che entrano a far pate della colonna sonora di vari film, da Blue Monday a Il gangster cerca moglie, da Che tipo rock a I teddy boys della canzone.
Poi il ritorno a Milano, con ul look alla Marlon Brando, gli occhiali da sole ed un contratto, ma da fame, con la Durium.
Fu il fratello Enrico (suo chitarrista storico, ma anche storico componente delle colonne sonore di Ennio Morricone) a convincerlo a cantare in italiano.
Così comincia faticosamente a farsi notare, con “24 mila baci” cantata in coppia con un altro giovane rivoluzionario del Sud, Adriano Celentano, al Festival di Sanremo del 1961 e al Cantagiro, l’anno dopo, c on il brano So che mi ami ancora, che però fu un parziale flop, fino al successo di “Riderà”, che nel 1965 vende più di un milione di copie.
Da quel momento Adriano Ciacci, alias Little Tony, diventa uno dei cantanti più acclamati del Bel Paese, con il momento magico negli anni ’60, un successo più temperato nel decemnnio successivo e poi la partecipazione a trasmissioni di revival, riproponendo un personaggio che il pubblico non ha mai smesso di amare.
Negli anni ottanta, insieme a Bobby Solo e Rosanna Fratello, forma il supergruppo Ro.Bo.T.(dalle loro iniziali) che riscuote un certo successo e nel 1981 incide Profumo di mare sigla della fortunatissima serie televisiva Love Boat.
Anche il nuovo millenio lo vede attivo: nel 2000 e poi del 2001 conduce su Canale 5 il varietà musicale I ragazzi irresistibili, insieme a Maurizio Vandelli, Rita Pavone e Adriano Pappalardo; nel 2001 si esibisce al Concerto di Primavera al Taj Mahal di Atlantic City, insieme a Mario Merola, Anna Calemmee Mino Reitano; nel 2003 partecipa di nuovo al Festival di Sanremo con Non si cresce mai in coppia con Bobby Solo e l’anno dopo canta con Gabry Ponte il brano Figli di Pitagora.
Il suo “cuore matto” lo tradisce nel 2006, durante un concerto tenutosi al “Contessa Banquet Hall” di Ottawa, quanto è colto da un gravissimo infarto.
Ma si riprende e nel 2008 parteuipa di novo al Festival di Sanremo col brano Non finisce qui ed è scelto da SMRTV per presiedere la giuria del Titano all’Eurofestival.
Le sue canzoni più celebri restano Riderà e Cuore Matto, ma io riascolterò sempre con emozione : Se insieme a un altro ti vedrò (scritta dal fratello Enrico) T’amo e t’amerò, Quando vedrai la mia ragazza e La spada nel cuore (composta da Carlo Donida), che conquistò il quinto posto a Sanremo nel 1970, in coppia con Patty Pravo.
E’ moto nella clinica Villa Margherita di Roma, dove era ricoverato da tre mesi ed i fumnerali si sono svolti giovedì, nella chiesa più romana di tutte, il Divino Amore: un modo per signioficare che anche se aveva genitori sanmarinesi e cittadinanza americana ed anche se era considerato l’Elvis italiano, il suo cuore, sino alla fine, è stato sempre romano.
Al suo fianco, per l’estremo saluto, Bobby Solo, l’amico di sempre e sua figlia Cristiana, con la quale, negli ultimi anni, aveva recuperato un rapporto interrotto.
Invece ad aspettarlo in cielo Giuliana Brugnoli, hostess di volo, sposata nel 1972 e madre di Cristina nel ’74, scomparsa per un cancro nel 1993 che adesso potrà goderselo non perso dietro Festival e tournèe infinite e gli infinite set dei vari film (in tutto quindici) che lo vedevano protagonista.
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