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Il Maestro Agostino Valente mostra in Francia il vero volto della chitarra

Il Maestro Agostino Valente mostra in Francia il vero volto della chitarra

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L’edizione 2015 del Festival Internazionale di Lambesc, uno dei più prestigiosi festival di Chitarra d’Europa, segnerà il ritorno alle scene del Maestro Agostino Valente, uno dei maggiori concertisti di chitarra classica della sua generazione, che riparte con ben tre appuntamenti nella kermesse francese (28 giugno, 2 e 4 luglio), dopo un anno sabatico dedicato al rinnovamento del suo repertorio.

Un anno di perfezionamento continuo alla ricerca della assoluta purezza del suono e del suo ruolo comunicativo, con un ventaglio concertistico capace di spaziare dal 600 ai nostri giorni e di seguire gli innumerevoli sviluppi e mutamenti della chitarra attraverso 4 secoli di storia.

Così, attraverso un meticoloso lavoro filologico ed interpretativo, il Maestro Valente porterà in Francia brani di Weiss, Mudarra, Sor, Llobet, Turina, Catelnuovo-Tedesco ed ancora Tarrega, Yoko, Mayers, Rodrigo e Leo Brouwer.

Spagna, America Latina, Italia, Germania e Giappone: un tour in un universo sonoro che parte dal mito greco che vuole l’origine di questo strumento legato a Hermes-Mercurio, che nato al mattino già a mezzogiorno era in grado di camminare, e andandosene a spasso trovò sulla spiaggia una tartaruga morta e putrefatta sul cui guscio alcuni residui tendini risuonavano al vento.

Il dio dell’astuzia e dell’ingegnosità si mise ad armeggiare, ed in breve ne ricavò quell’aggeggio che gli antichi greci avrebbero chiamato kithara, facendone il loro strumento nazionale.

Con la sua straordinaria capacità di studio e di ricerca continua, dotato di una sensibilità e di una tenacia fuori dal comune, il Maestro Valente (ideatore e Presidente della Accademia Chitarristica Aquilana e del Festival Internazionale della Chitarra, che illumina la fine estate de L’Aquila da un ventennio), ha voluto, con questa serie di concerti, dimostrare oltre alle infinite possibilità espressive dello strumento, che, probabilmente, la vittoria che relega lo strumento a corda agli specialisti di musica è il risultato di una democratizzazione della società: mentre il suono aggraziato ma fioco del liuto è inutilizzabile fuori di una stanza chiusa, l’energica “grattata” sulla chitarra (“rasgueo”, è il termine tecnico di derivazione spagnola) permette di farsi intendere dall’auditorio più vasto che ascolta.

Ed ancora, che è molto complicato mettere la chitarra tra il frastuono di un’orchestra sinfonica vera e propria, perché essa, come diceva Beethoven, è già “un’orchestra in miniatura”.

Solo Verdi ebbe il coraggio di sperimentarla in qualche opera e nonostante partiture per chitarra siano state scritte da Haydn, Schubert, Weber e Rossini, la chitarra è sempre ded ingiustamente relegato ad un ruolo minore, come accompagnamento al ballo, creando anche un’altra distorsione, quella che ne ha prodotto uno sviluppo non interpretativo ma da virtuosismo funambolico, come nel caso del flamengo dei gitani spagnoli o del get fiddle del Far West, con la nascita del caratteristico stile saltellato del finger-picking.

Con serietà e rigore, con una coerenza di sviluppi che dura da oltre 35 anni, il Maestro Valente, con il suo passato ed ora con i tre concerti di Lambesc, vuole mostrare al mondo degli specialisti che anche se la chitarra sembra la nemica di se stessa essendo popolare, tanto da aver generato quel delirio di onnipotenza che, attraverso il rutilante mondo del rock e del pop, l’ha portata a farsi elettrica, a riempirsi di effetti speciali, ad assumere le più improbabili forme, dalla stella alla mannaia; resta uno strumento eccelso di trasmissione emotiva, molto distante da quegli infernali pianini portabili in cui basta premere un tasto e tutta la canzone salta fuori da sola.

Auguriamo con tutto il cuore la massima fortuna al Maestro o Valente, ma sappiamo che la musica tutta e non solo chitarristica, con lui è in ottime mani.

Ricordiamo che Lambesc è un comune alle foci del Rodano, nella Francia Meridionale ed è uno dei centri di maggiore fermento culturale della Provenza.

Il direttore del Festival Internazionale, giunto alla sua 15° edizione,. è il chitarrista e compositore Josè Cardoso, direttore della cattedra di chitarra della Universidà di Cordoba, in Argentina e Professore Superiore di Chitarra a Real Conservatorio de Musica di Madrid), tra i maggiori compositori di milonghe al mondo, vincitore, nel 2004, di un Grammy Award per la musica classica.

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