Di quale valico si servì il più grande generale dell’antichità per attraversare le Alpi? La risposta giunge da uno studio recente.
I microbiologi dell’Institute for Global Food Security and School of Biological Sciences presso la Queen University di Belfast hanno recentemente trovato quella che sembra la soluzione definitiva ad uno dei più grandi enigmi della storia antica: in che punto Annibale attraversò le Alpi, con il celebre corteo di elefanti? La risposta, con tanto di dettagli del lavoro, è stata pubblicata dal Journal Archaeometry.
Al tempo della Seconda Guerra Punica
Era il 218 a. C. quando il generale cartaginese Annibale valicò le Alpi con l’intento di invadere l’Italia e di sottomettere Roma: le sue truppe erano formate da oltre trentamila uomini e servite da trentasette elefanti, oltre che da migliaia di cavalli e muli. Anche se la Seconda Guerra Punica vide il prevalere dell’esercito romano su quello cartaginese, che fu sconfitto nel 202 presso Zama, la campagna di Annibale viene guardata ancora oggi come delle più grandi imprese dell’antichità.
Un viaggio senza percorso
Eppure gli storici del passato non si preoccuparono di informare la posterità sulla rotta seguita dal grande generale nel momento in cui passò attraverso la catena montuosa: forse perché negli anni successivi se ne perse la memoria, forse perché il dato non era ritenuto importante. Per questo motivo, storici ed accademici hanno cercato, in passato, di individuare le tappe fondamentali del viaggio di Annibale attraverso le Alpi; il problema con cui, però, tutti hanno dovuto relazionarsi era la mancanza di solide prove archeologiche. Prove che, questa volta, sono giunte dal lavoro di un gruppo internazionale di ricercatori che ha, finalmente, elaborato il percorso di quella che sembra la strada più probabile utilizzata dalle truppe cartaginesi.
Le tracce del passaggio delle truppe
Il valico di cui si servì Annibale si troverebbe, quindi, presso Colle delle Traversette, valico delle Alpi Cozie, già individuato come punto di attraversamento circa mezzo secolo fa fa dal biologo Sir Gavin de Beer; in quel caso, la mancanza di testimonianze archeologiche, però, era stato un forte limite per l’accettazione della proposta da parte della comunità scientifica.
Adesso, però, servendosi di una combinazione di analisi di vario tipo, i ricercatori hanno dimostrato che deve esserci un grosso deposito di provenienza animale presso il Colle delle Traversette datato approssimativamente al 218 a. C. Il dottor Chris Allen, dell’istituto di ricerca britannico, ha spiegato che il deposito si trova ad una profondità di poche decine di centimetri alla distanza di appena un metro da una palude che, verosimilmente, servì per abbeverare tutti gli animali. Le indagini genetiche hanno rivelato una particolare concentrazione di batteri caratteristici delle feci equine, chiamati Clostridia.
Magari in futuro, con ulteriori analisi, si potrebbe addirittura incappare nello sterco di elefante all’interno del deposito di letame: ma le prove raccolte fino ad ora sembrerebbero puntare con una certa precisione al fatto che questo sia stato proprio il valico attraversato da Annibale.
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