10 metri di pittura per testimoniare l’unione tra le persone al di là dei ruoli.
Desiderio Crea è la più grande tela pittorica mai realizzata, dipinta da oltre 150 persone che operano in distinti settori della società.
Attraverso questo progetto si desidera contagiare di creatività evolutiva le persone a favore dello sviluppo del bene comune, delle pratiche di recupero della propria libertà e della propria dimensione umana in relazione ad altri.
Venerdì 24 gli operatori della ASL 2 di Lucca che si occupano di riabilitazione della Salute Mentale per la Valle del Serchio, assieme al dirigente Mario Betti e agli operatori dell’Associazione di Arte Terapia AEDO capitanati da Satyamo Hernandez assieme agli utenti hanno contribuito a dipingere con gli scarabocchi due grandi tele che si collegano intrecciandosi a quelle dipinte dal Centro Internazionale delle Culture UBUNTU di Palermo e quelle di Casa Netural di Matera.
L’esperienza è stata anomala per il Desiderio Crea, dato che sempre lavoriamo con gli operatori, ma in questo caso abbiamo dovuto fare un’eccezione perché come ci dicono le amiche e gli amici di Fornaci di Barga, sede operativa della ASL 2, gli utenti sono parte integrante e attiva del loro innovativo modo di lavorare.
L’innovazione non è solo quella di “curare” con l’arte terapia e metodi sostanzialmente non invasivi ed olistici, che in sé rappresenta già una grande innovazione, ma è sopratutto la modalità di lavoro che li rende speciali e unici: tra gli operatori e gli utenti vengono abbattute le barriere esistenziali.
Questo significa che i temi profondi trattati e lavorati con teatro, la musica, l’Entomia (di cui vi parliamo dopo) la biodanza, quali il timore, la vergogna, la gioia, il superamento dei limiti e tutti i nodi di sviluppo personale vengono affrontati con pari messa in gioco da operatori, utenti e popolazione che partecipa alle varie attività del Centro Diurno dedicato al samoano “Tiuiavii di Tiavea”.
Questo evento straodinario ci fa capire come la “salute mentale” sia un impegno di ognuno di noi nella nostra vita, e per quanto i livelli di disagio possano variare da quelli di disadattamento tipico ai valori disumani della nostra società a casi patologici, i temi esistenziali non cambiano e l’impegno di superare i propri limiti che gli operatori chiedono agli utenti lo fanno accompagnandoli con il loro esempio.
Cosicchè popolazione, operatori e utenti si commuovono allo stesso modo, scoprono se stessi allo stesso modo, si mettono in gioco allo stesso modo, si abbracciano e comunicano allo stesso modo perché il piano si cui tutto loro si muovono è quello prettamente umano dove ogni essere umano ha pari dignità e bellezza. E di bellezza ne abbiamo vista e sperimentata fin dal primo momento partecipando a parte dei loro laboratori, la stessa bellezza che hanno espresso negli scarabocchi e nella grande tela. Una bellezza dove vi è anche tanta fragilità, disagio e debolezza, dove vi è un’umanità che non ha più paura della propria “follia”.
La follia è la stessa del mondo, per questo Satyamo, regista e musicista, ci dice che i loro spettacoli sono un osservatorio sul mondo, loro specializzati in follia la rendono testo teatrale, musica e danza, loro, operatori, utenti e popolazione, da lì guardano il mondo ancora illuso di essere “normale”, ancora coinvolto nel “far finta di essere sano”, parafrasando Gaber. Loro che si sono ammessi di essere pazzi, di mostrare a se stessi la propria “patologia” finiscono paradossalmente per essere sani.
Tutti si mettono in gioco nella “riabilitazione” ad esempio attraverso una disciplina di auto-guarigione che prende ispirazione dallo sciamanesimo e dal lavoro coi piccoli animali, sopratutto insetti. l’Entomia così la definita il creatore Mario Betti, dirigente delle attività di riabilitazione, in cui attraverso l’identificazione energetica ed allegorica con le caratteristiche di insetti e piccoli animali si superano fobie e timori ancestrali trasformandoli in virtù al servizio della persona.
Il Desiderio Crea si è inserito perfettamente con i loro stile di lavoro, e scarabocchiare e creare la Grande Tela è stato un’attività che mai avremo pensato potesse essere sostenuta dagli utenti, “così tante ore di lavoro… ce la faranno?”, pensavamo all’inizio, ma poi hanno dimostrato una acutissima capacità di stare nelle cose dell’arte, nella meditazione e nell’interpretazione dei propri lavori.
Grazie di cuore quindi a tutti gli amici e le amiche che danno vita a questa incredibile avventura psichiatrica che si basa su nuovi modelli olistici come insegnano nella scuola SCHESIS e nell’associazione AEDO.
(pressenza)
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