(Di Carlo Di Stanislao) “Poe? Un po’ come Freud, “entrambi hanno lavorato in modi diversi all’ idea di inconscio”. E il cinema horror? Somiglia al sesso: “C’e’ una tensione che cresce con un ritmo analogo a quello dell’ atto sessuale. E l’ evento forte, scioccante, che alla fine scioglie la tensione, e’ l’ equivalente dell’ orgasmo”. Quindi, portare i racconti del terrore di Poe sullo schermo e’ un lavoro essenzialmente che ha a che fare con le zone più profonde del nostro io. Può essere come rivivere “una paura rimossa da lungo tempo”. Rifletteva così Roger Corman nel 1960, mentre stava preparando la riduzione per lo schermo del racconto La caduta della casa Usher di Edgar Allan Poe, che in Italia avrebbero ribattezzato I vivi e i morti.
E a questo film ho pensato quando ho letto della ultima fatica che vede il visionario Poe a caccia di vampiri, in un film in 3D che per protagonista ha Abramo Lincoln.
E’ una delle pellicole più attese di questa torrida stagione e nelle sale sarà dal 28 luglio.
“La leggenda del cacciatore di vampiri”, film in 3D diretto da Timur Bekmambetov e prodotto da Tim Burton, si fregia anche di un interessante cast, in cui figurano Benjamin Walker, Rufus Sewell e Dominic Cooper.
Il primo, nel ruolo di Lincoln, per il momento ha recitato solamente in “Kinsey” e “Flags of our fathers” di Clint Eastwood, ma si è già fatto ammirare per forza dirompente dallo schermo.
Quanto a Mary Elizabeth Winstead, che nel film interpreta Mary Todd Lincoln, la moglie del Presidente, ha recitato nei panni di Ramona in “Scott Pilgrim vs. the world” con Michael Cera, ma l’abbiamo anche vista in “Final destination 3″ e “La cosa”.
Come detto ci sarà anche Dominic Cooper, che ha alle spalle il successo di “Mamma mia!” con la Streep e Amanda Seyfried, con la quale ha avuto anche una relazione e che abbiamo ammirato anche in in “My week with Marilyn, “Captain America: il primo vendicatore” e “The Duchess”.
Il film di Bekmambetov-Burton si basa sul romanzo di Seth Grahame-Smith (anche sceneggiatore di “Dark Shadows“, l’ultima regia di Burton), impostato come fosse una biografia di Abraham Lincoln, tratta dai diari che, si immagina, siano stati dati all’autore dal vampiro Henry Sturges.
Da questi diari si apprende che Lincoln a undici anni viene a sapere dei vampiri: è suo padre Thomas che gli narra come il nonno sia stato ucciso dai vampiri.
Successivamente anche la madre del ragazzo muore per colpa di questi esseri e allora, dopo aver ucciso il vampiro colpevole della morte della madre, il protagonista giura che tutta la sua vita sarà dedicata al loro sterminio.
Un giuramento che rispetterà sempre anche dopo essere diventato il 16° Presidente degli Stati Uniti.
Gli sarà amico lo scrittore Edgar Allan Poe: lui conosce la verità sui vampiri, e gli racconta che i vampiri sono stati cacciati dalle loro terre ancestrali in Europa (in parte a causa di una protesta pubblica sulle sanguinose atrocità di Elizabeth Báthory) e si sono trasferiti in massa in America.
Lo scrittore avverte Lincoln che se i vampiri saranno lasciati liberi di agire, potrebbero ridurre tutti gli americani in schiavitù.
Poe sarà trovato ucciso a Baltimora, vittima di un attacco di vampiri.
Il film è stato girato dal visionario Bekmambetov (regista di origine sovietica, che ha raggiunto la fama con pellicole fantasy piene di virtuosismo visivo), come se fosse un vecchio video-gioco in 8 bit, con un tripudio di pixel di grana grossa, dall’effetto molto suggestivo.
Uno spettacolo originale e certamente pieno di suspence che, comunque, crediamo non farà grande incassi, poiché, da noi, i cinema in estate sono pressoché deserti. Peccato.
Dopo la caduta di “Alice in Wonderland”, un filmetto tanto costoso quanto mediocre e la ripresa, ma solo parziale, di “Dark Shadows“, Burton si propone produttore, mestiere non estraneo al suo curriculum, dal momento che, dal 1971 ad oggi, di film ne ha prodotti 21, anche girati da altri.
In questo momento sta terminando il montaggio di un altro film in 3D, stavolta di animazione: “Frankenweenie”, che, secondo le sue dichiarazioni, riguarda “qualcosa di molto personale nel quale ha cercato di mantenere inalterato il cuore della vecchia versione, arricchendolo con dinamiche sociali presenti nel mondo dell’infanzia”.
Il film, prodotto e distribuito dalla Walt Disney Pictures, arriverà nelle sale statunitensi il 5 ottobre 2012 e in quelle italiane il 18 gennaio 2013, ma teaser trailer italiano è già on line dal marzo scorso: http://blog.screenweek.it/2012/03/frankenweenie-il-teaser-trailer-italiano-del-nuovo-film-di-tim-burton-163550.php
Dicevamo, tornando a “la Leggenda del cacciatore di vampiri” di Poe secondo Corman, una scelta per niente ingenua, come dimostra il richiamo a Freud.
E la cosa piu’ singolare e’ che Corman stesso, per prepararsi ai suoi sei film da Poe, decise di andare in analisi.
Per “esplorare a fondo la mia costituzione emotiva e psicologica”.
Ma, probabilmente, anche per avere il riscontro di una lettura molto vincolata alla Interpretazione dei sogni.
Sicché, nei suoi film, non ci sono fatti, accadimenti reali: tutto ha il colore e lo spessore di un incubo; ugualmente non ci sono esterni, perché tutto e’ sprofondato nell’ inconscio.
Ma nel film di Bekmambetov-Burton, tutto è diverso, in una area onirica pulp e visionaria.
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