(Di Carlo Di Stanislao) L’unico film italiano in concorso al Pardo 2014, che parte il 6 agosto a Locarno, è “Perfidia”, del regista sassarese Bonifacio Angius, spirito errabondo di soli 32 anni, con tappe a Barcellona, Roma e Firenze, con la Facoltà di Psicologia abbandonata, che qui racconta di Angelo (Stefano Deffenu) e Peppino (Mario Olivieri, preside in pensione al suo esordio cinematografico a 68 anni) uniti dal dolore per la perdita della madre-moglie, con il giovane che non ha un lavoro e non lo cerca, per vivere un’esistenza anonima da bar di periferia senza un minimo futuro possibile ed il genitore che cerca di trovargli un’occupazione, scoprendo di non poter contare su amicizie vere o ‘clientelari’, con lo sviluppo di una narrazione sulla solitudine esistenziale e sociale e sul senso di abbandono che è l’invisibile fil-rouge della splendida pellicola.
Un altro sardo di talento, quindi, come lo sono Salvatore Mereu (“Bella Marisposas”) e Paolo Zucca, (“L’arbitro”), girato con pochi soldi ed un grandissimo talento.
Secondo lungometraggio del giovanissimo cineasta, che aveva già diretto “a Grascia”, circolato in qualche sala e in qualche festival nel 2010, “Perfidia” è l’ispirata ed insieme graffiante metafora È della attuale generazione giovane, fatta di apparenti mantenuti generati da una società che non offre prospettive né aiutare a crescere.
A Locarno il film italiano dovrà vedersela con molti agguerriti avversari di ogni parte del mondo con particolarmente accreditati sempre sul tema della crisi di questi anni, il greco “A blast di Syllas” Tzoumerkas e “La Sapienza”, storia d’amore e architettura (il titolo è ispirato alla chiesa del Borromini) del cineasta apolide Eugene Green.
Questa 67° edizione, che a causa della mancanza di fondi non prevede l’evento successivo “Locarno a Roma”, è comunque contrasegnata da un programma che il direttore artistico Carlo Chatrian ha giustamente definito “sorprendente”.
Sul piano delle attrattive più evidenti, il festival ticinese, che aprirà i battenti il 6 e chiuderà il 16 agosto, si è assicurato la presenza di numerosi ospiti rinomati, che riceveranno vari premi e terranno conversazioni col pubblico: le attrici Mia Farrow e Juliette Binoche, il direttore della fotografia Garrett Brown (Rocky, Shining), gli attori Armin Mueller-Stahl e Jean-Pierre Léaud, interprete-feticcio di François Truffaut dai tempi in cui, bambino, fu il protagonista di I quattrocento colpi, Agnes Varda e, soprattutto, l’apertura spettacolare con l’ultimo film di i Luc Besson Lucy, con Scarlett Johansson, proiettato in Piazza Grande – che avviverà la sezione Concorso, con una ventina di titoli tra cui la giuria presieduta da Gianfranco Rosi (laureato l’anno scorso a Venezia con Sacro Gra) dovrà scegliere quello cui assegnare il Pardo d’oro.
Fedele, poi, alle “retrospettive”, dopo diverse edizioni dedicate al cinema americano, Locarno 67 propone una ricca rassegna della Titanus, la casa di produzione italiana che seppe conciliare come nessun’altra grande spettacolo e cinema d’autore. Sintesi perfetta ne è Il Gattopardo di Luchino Visconti, che sarà proiettato in Piazza Grande nell’edizione appena restaurata.
“La nostra è una storia di spettacolo (ieri il cinema, oggi la fiction tv), dunque è la storia di un magico mondo di sogni, di emozioni, di gratificazioni e di entusiasmi; ma anche di scelte impegnative, di costosi sacrifici, di audaci scommesse”, diceva Goffredo Lombardo sintetizzando nel 2004 la vicenda centenaria della Titanus, la casa di produzione e distribuzione cinematografica fondata all’inizio dello scorso secolo dal padre Gustav, o affiancato poi dalla moglie, l’attrice Leda Gys.
Ed ora che l’azienda è nelle mani di Guido, il figlio di Goffredo, è il festival di Locarno (con Roma o Venezia, né taormina, né alcuna “occiasone” italiana) a celebrarla con la retrospettiva “Titanus: cronaca familiare del cinema italiano”, con oltre sessanta i titoli, organizzata in collaborazione con la Cineteca di Bologna, l’Istituto Luce Cinecittà, la Cinémathéque Suisse, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e la stessa Titanus e curata da Sergio Germani e Roberto Turigliatto, autori, insieme a Simone Starace, del volume con lo stesso titolo. Ad accompagnare l’omaggio a Locarno ci sarà Giancarlo Giannini (che riceverà l’Excellence Award), che grazie alla Titanus iniziò il sodalizio con Lina Wertmüller.
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