Ansia, paura, preoccupazione per i ragazzi che lunedì si cimenteranno con i test di ammissione alle facoltà di Medicina degli atenei statali. Preoccupazione di trovarsi davanti a quesiti irrisolvibili, preoccupazione di dover deludere i genitori che credono in loro. Saranno circa 90 mila, ma rispetto all’anno scorso i posti a disposizione per i futuri “camici bianchi” sono in leggera diminuzione: 9.501 contro 9.527. Ce la farà circa un candidato su 10.
Il 5 settembre un test deciderà il loro futuro, qualche ora di crocette e una graduatoria diranno loro, pur senza aver mai aperto un libro di medicina, se potranno essere medici oppure no. Gli aspiranti medici si dovranno confrontare con 80 quesiti a risposta multipla: quest’anno però, osserva il Cun, saranno meno numerose le domande di tipo nozionistico. Più spazio invece ai quiz di logica. Buona notizia per i candidati, che sulla base dei risultati dei test dell’anno scorso sono più competenti nell’area culturale umanistica, piuttosto che nell’area scientifica. Per il presidente del Cun, Andrea Lenzi, “é necessario aumentare le immatricolazioni” di Medicina, perché “con i circa 9 mila immatricolati di questa tornata possiamo prevedere nel 2017 circa 8 mila laureati. L’università italiana è in grado di accogliere 11 mila immatricolazioni, che garantirebbero 10 mila nuovi medici all’anno necessari per essere a regime entro il 2018”. Lunedì tenteranno il test anche gli aspiranti odontoiatri (860 posti a disposizione in tutta Italia, 789 nel 2010). Martedì sarà la volta dei test per accedere a Veterinaria (958), mercoledì per Architettura (circa 8.600) e giovedì per le professioni sanitarie. Venerdì si chiude con la medicina in inglese. (M.R.)
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