(di Mirko De Frassine) – Alla ricerca dei futuri padroni del mondo o come direbbe Michael Caine nel film ‘Le regole della casa del sidro’, “Buona notte principi del Maine, re della nuova Inghilterra”.
Tra gli enfant prodige è stata stilata una classifica davvero interessante che vede bimbi di età impensabili diventati famosi per le loro abilità.
Si va da Kim Ung Yong, coreano che a soli 4 anni parlava 4 lingue diverse; o Ronan Farrow, il figlio di Woody Allen che a 11 anni è diventato studente universitario e attualmente ricopre incarichi per il presidente Obama. O ancora Akrit Jaswal, bambino indiano che ha programmato un intervento chirurgico all’età di 7 anni.
Interessante notare come tra i tanti bambini prodigio ce ne siano molti provenienti dall’India. Da notare poi come tanti americani vadano a farsi dare ripetizioni da matematici indiani e che la stessa India ogni anno sforna la bellezza di oltre duecentomila laureati in Ingegneria, ben oltre il numero di quelli sfornati nel resto del mondo (solo la metà per Europa e America). Alcuni dicono che tali capacità si rifanno ai metodi usati nell’insegnamento e nella trasmissione della cultura ultilizzata dagli indiani e più principalmente fanno riferimento ai libri sacri della cultura indiana (i Veda e Sutra) che grazie a tecniche particolari applicabili anche nel calcolo matematico ampliano le possibilità cerebrali di ottenere soluzioni diverse.
Insomma si può facilmente intuire perché tanti talenti nascano in India e se andiamo a vedere le condizioni di vita ci chiediamo se forse non sia anche l’essenzialità a incidere sullo sviluppo di capacità cerebrali fuori dal comune.
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