(di Carlo Di Stanislao) – Ben 260 film, con 40 anteprime mondiali per la LXV edizione del Festival del Cinema di Locarno, di scena dal 1° al’11 agosto, con un budget da 610 milioni di euro e, fra gli ospiti, Charlotte Rampling, Johnnie To, Leos Carax, Ornella Muti, Renato Pozzetto ed Elsa Martinelli.
Una edizioone piena di meraviglie, come ha detto in conferenza stampa a Milano Olivier Père, direttore artistico del Festival, col presidente Marco Solari che ha ribadito l’importanza della cooperazione e dellla condivisione italiana, che fanno del Fetival un evento “credibile agli occhi del mondo, innovativo e forma di espressione intellettuale e politica, indipendente e libero”.
Da segnalare in concorso il film italiano “Padroni di casa” di Edoardo Gabbriellini, che sarà presentato in anteprima mondiale e che, prodotto da Luca Guadagnino, annovera nel cast notevole Valerio Mastrandrea, Elio Germano, Valeria Bruni tedeschi ed un sorprendente (dicono) Gianni Morandi.
Nella sezione Piazza Grande, poi, spazio al cinema popolare con tantissime anteprime i che sapranno emozionare e far sorridere il pubblico.
Non mancano, poi, gli omaggi al nostro cinema, con Ornella Muti che presenzierà alla proiezione di suoi film diretti da di Dino Risi Marco Ferreri ed Elsa Martinelli e di Renato Pozzetto, presenti alla visione di due splendidi film: “Oh, Serafina” di Alberto Lattuada e “Sono fotogenico” di Dino Risi.
Sarà poi presentato, completamente restaurato e con scene inedite per circa 25 minuti, il capolavoro di Sergio Leone “C’era una volta in America”, con la presenza del produttore Arnon Milchan, che verrà premiato con il premio Rezzonico dedicato ai produttori indipendenti e, sempre per i cinefili, ci sarà anche una retrospettiva completa dei film di Otto Premiger, accompagnata dall’uscita di un libro a lui dedicato e che sarà venduto solo in occasione del festival.
Fondato nel 1946, il Festival del film Locarno è uno dei più antichi del mondo insieme a Venezia e Cannes, con una cifra particolare per la quale i protagonisti non sono solo i registi, gli attori e i produttori, ma anche gli spettatori stessi, con possibilità di confronto durante gli incontri che seguono le proiezioni.
Le personalità del cinema e della cultura ospiti della manifestazione hanno sempre molto apprezzato la possibilità di interagire con un pubblico che nutre grande passione e rispetto per il cinema e certamente quest’anno, non sarà una eccezione.
Il prequel è previsto il 29 luglio, con una proiezione gratuita in “Piazza Grande”, del film “La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock, mentre l’inaugurazione vera e propria, avverrà e sempre in Piazza Grande, con The Sweeney di Nick Love, che porterà a Locarno il grande Ray Winstone protagonista del film.
Tra gli altri film che saranno proiettati in questo splendido luogo: l’anteprima di “Magic Mike” di Steven Soderbergh il 3 agosto e “No” di Pablo Larraín l’8 agosto.
Diciannove lungometraggi (sia di finzione sia documentari) del concorso internazionale, fra cui “Starlet” di Sean Baker , che vede come protagonista Dree Hemingway, pronipote di Ernest.
La giuria sarà presieduta da Apichatpong Weerasethakul che, insieme ai suoi giurati, dovrà assegnare il Pardo d’oro numero 65. I membri della stessa sono: lo sceneggiatore, produttore e regista americano Roger Avary (Pulp Fiction di Quentin Tarantino, 1994; Le regole dell’attrazione, 2002), il regista di Seul IM Sangsoo (La moglie dell’avvocato, 2003; The Housemaid, 2010), la regista, sceneggiatrice e attrice francese Noémie Lvovsky (Le vie ne me fait pas peur, Pardo d’argento “Cinema Giovane” nel 1999; Camille Redouble, 2012; Farewell, My Queen di Benoît Jacquot, 2012) ed il curatore d’arte e scrittore svizzero residente a Londra Hans Ulrich Obrist, co-direttore alla Serpentine Gallery delle capitale britannica, dal 2006.
Speriamo nel film di Gabriellini che, nell’Italia di oggi, ci racconta la storia dei fratelli Cosimo ed Elia, due giovani, velleitari imprenditori edili, che giungono da Roma in un remoto paesino dell’appennino Tosco-Emiliano per realizzare una ristrutturazione nella villa dell’unico possidente dell’area: il popolare cantante Fausto Mieli. Mieli, che si è ritirato dalle scene e che vive in quel paese ormai da più di un decennio, è amato/odiato dalla comunità locale.
Al termine di quella settimana, in paese, si terrà il primo concerto rentrée di Fausto.
Nel frattempo, la goffa e inconsapevolmente arrogante presenza di Cosimo ed Elia nel borgo genera fastidio, ostilità nei maschi locali, mentre
Adriana, la bella del paese, attratta da Elia, sogna di fuggire via con lui in maniera invisibile ma inarrestabile. Il conflitto che si sviluppa dall’arrivo degli “stranieri”, produce conseguenze terribili e inattese nella vita di tutti i protagonisti e della comunità.
“I padroni di casa”, è prodotto dalla factory di un altro enfant prodige del cinema italiano, amato in Gran Bretagna e da Tilda Swinton, Luca Guadagnino, che ha messo insieme un gruppo di mecenati formato da Valentina Avenia, Marco Morabito, Massimiliano Violante, che, di solito, realizzano ottimi film.
Quanto a Morandi, che oggi ha 66 anni, era apparso per l’ultima volta al cinema nei panni di se stesso con Arbore in “FF.SS… (1983)” e con Monicelli in “Panni sporchi (1999).
Tra il 1964 e il 1968 aveva raggiunto l’apice del successo cinematografico affidandosi al regista napoletano Ettore Maria Fizzarotti, re dei musicarelli, gli instant-movies legati fin dal titolo ad un successo del cantante di turno: “In ginocchio da te” (1964); “Non son degno di te” (1964); “Chimera” (1968), ma al cinema non aveva mai fatto un ruolo tanto impegnativo e importante.
Oltre a fare il tifo per l’Italia (in concorso e fuori), mi fa particolarmente gola la presenza di Jhonnie To, prolifico regista di Hong Kong, amante dei film di arti marziali, con una filmografia lunga trenta anni, con pellicole di solida costituzione, soprattutto gangster movies che, negli Anni Ottanta, sono stati i più grandi successi commerciali del cinema orientale.
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