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Parlamento e salute, uniti in nome delle donazioni di sangue

Parlamento e salute, uniti in nome delle donazioni di sangue

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L’Intergruppo parlamentare donatori raddoppia le giornate di raccolta di sangue e l’Associazione dei collaboratori parlamentari raccoglie la sfida. Oggi alla Camera dei deputati l’Onorevole Mancuso, coordinatore dell’Intergruppo, e la Presidente dell’Associazione, dott.ssa Valentina Tonti, hanno presentato il progetto alla stampa e ai rispettivi colleghi.

“E’ dal 2002 che portiamo avanti l’importante iniziativa, da quest’anno rafforzata dalla partecipazione dei collaboratori che negli ultimi tempi hanno mostrato, una sempre maggiore attenzione al tema”, così l’ex parlamentare commenta la neonata cooperazione e lancia le due giornate di raccolta di sangue, che si terranno nei locali di Montecitorio il 5 e 6 luglio. “Due volte l’anno – prosegue il coordinatore – e nei periodi di maggiore fabbisogno, con l’aiuto indispensabile dell’Avis di Roma, organizziamo queste giornate dedicate alla solidarietà. A partecipare non sono solo deputati e senatori, ma anche i collaboratori, alcuni giornalisti parlamentari e diversi membri della polizia di Stato. Da luglio le giornate saranno due consecutive. E’ una sfida che ci siamo posti e che speriamo di vincere”.

“Proprio alcuni colleghi che hanno partecipato alle precedenti raccolte ci hanno chiesto di impegnarci ed essere parte attiva nell’organizzazione. Non abbiamo potuto che rispondere positivamente e con entusiasmo”, racconta la Presidente Tonti, che prosegue “La donazione rappresenta un atto di solidarietà, altruismo e consapevolezza. Un gesto di pochi minuti che serve a salvare salute e vita di terzi. Le ragioni per cui le strutture ospedaliere richiedono sangue sono molteplici, e vanno dalle perdite traumatiche, ai trapianti di organi fino alla cura delle emopatie croniche. Noi, accogliendo l’invito dell’Intergruppo, lavoriamo per contribuire a diffondere la cultura della donazione”.

“I vantaggi medici valgono anche per il donatore, che riceve il responso delle analisi svolte sul suo sangue; qualora alcuni valori dovessero essere alterati, il centro trasfusionale invita il soggetto a svolgere esami medici più approfonditi. Insomma, è anche un’importante azione di prevenzione. I donatori italiani – conclude il coordinatore Mancuso – si attestano intorno al milione e mezzo, tanti ma assolutamente non abbastanza. Ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa”.

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