Francesco Profumo, nuovo ministro dell’Istruzione del governo di Mario Monti, è stato dal 2005 al 2011 rettore al Politecnico di Torino. Dallo scorso agosto è presidente del Consiglio nazionale delle ricerche. “Sono onorato dell’incarico conferitomi, che vado ad assumere con umilta’ e spirito di servizio”. È la prima dichiarazione di Francesco Profumo, neo ministro dell’Istruzione, Universita’ e Ricerca. “Istruzione, universita’ e ricerca sono i cardini per garantire al Paese un futuro piu’ solido e maggiori opportunita’ per i nostri giovani- aggiunge Profumo- Cerchero’ di mettere a frutto le mie esperienze maturate con studenti e ricercatori al Politecnico e ora al Cnr”.
Stop ai tagli, nuovi investimenti e piu’ diritto allo studio, con risorse certe per il presente e il futuro. Ma anche piu’ possibilita’ di dialogo e confronto. E una didattica innovativa. Ecco cosa chiedevano nei giorni scorsi, parlando con l’agenzia Dire, gli studenti al ministro dell’Istruzione e dell’Universita’. Spettarà a Francesco Profumo dover ascoltare queste richieste.
“La scuola non e’ un capitolo di bilancio da tagliare, per fare cassa- sottolinea Sofia Sabatino, della Rete degli studenti-. Con universita’ e ricerca e’ il primo settore su cui investire per uscire dalla crisi. I tagli fatti fino ad ora secondo noi vanno reintegrati perche’ hanno distrutto la scuola. E serve investire sulla pubblica e non sulla privata”. Punto numero due, il dialogo. “Vorremmo che il nuovo ministro ascoltasse la nostra voce, la nostra protesta, vorremmo una presenza e il giusto dialogo con noi- continua Sabatino- A partire dai forum studenteschi, quasi mai convocati”.
E “per rimettere in piedi l’economia, secondo noi servirebbe finalmente un provvedimento sull’edilizia scolastica, mettere in sicurezza gli edifici, ammodernarli per pensare ad una scuola diversa. Non crediamo ad una riforma di didattica e percorsi senza partire da edifici e ambienti della scuola privi di sicurezza. Lo vediamo in giro: continuano a crollare soffitti”.
Dall’Uds, Unione degli studenti, il coordinatore, Mariano Di Palma, chiede “piu’ risorse. Basta con i tagli. Crediamo- spiega sempre all’agenzia Dire- che i soldi vadano trovati, magari con una patrimoniale e con il taglio alle spese militari”. E “servono le borse di studio che oggi sono state tagliate per il 95% all’universita’. C’e’ bisogno- prosegue- di una legge quadro sul diritto allo studio per la scuola e l’universita’ che dia indicazioni certe anche su come finanziarlo. Altra priorita’ e’ l’edilizia scolastica e universitaria. Bisogna mettere in campo una nuova idea di scuola e universita’ superando le riforme Gelmini e ricostruendo un processo di partecipazione e dibattito”.
Al coro delle richieste, piu’ a destra, si aggiunge Gianfranco Manco del Movimento nazionale studentesco: “Quello che chiediamo e’ lo stanziamento relativo all’edilizia scolastica. Serve un piano di finanziamento delle scuole, successivo all’anagrafe nazionale realizzato dal ministero dell’Istruzione. E poi un piano di misure relative al diritto allo studio, che vadano dall’accesso e alla gratuita dei testi fino alla gratuita’ dei mezzi pubblici per le fasce piu’ bisognose. Questa sarebbe l’espressione di un concetto innovativo”. Serve poi “un ripensamento del modello educativo, come serve una nuova selezione della classe docente, fino all’individuazione dei piani didattici”
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