Essere liberi grazie all’arte. La musica e’ tornata dietro le sbarre del carcere romano Regina Coeli ieri sera, in occasione del solstizio d’estate e della festa della musica celebrata con concerti ed eventi in tutta Italia. Tra le mura della casa circondariale capitolina un coro multietnico formato da detenuti si e’ esibito con l’obiettivo di promuovere l’integrazione tra gli ospiti dell’istituto e favorire la comunicazione tra culture attraverso il canto e la musica.“Il potere della musica e’ nell’essere un collante di socializzazione e un mezzo per favorire cio’ che i Greci definivano ‘catarsi’, purificazione, per essere liberi di cantare, di esprimersi anche profondamente recuperando vissuti, ricordi legati alla propria terra- spiega la coordinatrice del progetto di musicoterapia in carcere ‘Musica dentro’ Silvia Riccio-.Non c’e’ scopo estetico o virtuoso, ma la volonta’ di facilitare la comunicazione non verbale, di potenziare le competenze del singolo per condurlo alla scoperta delle proprie potenzialita’ creative”. ‘Musica dentro’ e’ un laboratorio di musicoterapia che si tiene a Regina Coeli dal 2014 e permette ai detenuti di esprimersi e comunicare con il gruppo attraverso la musica, l’improvvisazione musicale, l’uso della voce e degli strumenti.
“Il detenuto re-impara il concetto di tolleranza, verso i propri errori e quelli degli altri, e di convivenza- aggiunge Riccio- riflettendo sul valore imprescindibile del rispetto e amicizia. Un coro, quindi, di anime in primis, a conclusione di questo progetto di musicoterapia, che- conclude-, non produce arte ma terapia che permette di prendersi cura di se’, facendo perno sul processo creativo”.
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