(di Lisa D’Ignazio) – Cosa successe nella Striscia di Gaza durante l’operazione militare del governo israeliano “Piombo Fuso”, in cui morirono piu di 1400 persone, in gran parte civili, di cui piu di 400 bambini? Lo racconta Vittorio Arrigoni nel suo diario di 19 capitoli “Gaza – Restiamo umani”,nonché unica testimonianza durata 23 giorni di sofferenza e guerra. Le parole diventano immagini che parlano nel film “Restiamo umani – The Reading Movie”, presto in uscita e diffuso anche dalla web tv sociale tiKotv (www.tikotv.it).La narrazione dell’operazione militare che tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 diffuse terrore e morte nella Striscia di Gaza, riprodotta nel film con magistrale fedeltà al diario di bordo dell’unico narratore rimasto in quel pezzo di terra, è il risultato del sostegno popolare di oltre 1500 persone comuni che hanno contribuito economicamente e idealmente alla sua realizzazione. All’indirizzo www.restiamoumani.com/sottoscrizione è attualmente in corso una nuova raccolta fondi per permettere la sua diffusione.Il nome di ogni sosteniotore è inserito nei titoli di coda del Dvd e sul sito ufficiale alla pagina www.restiamoumani.com/supporters. Vittorio Arrigoni, volontario del ISM (International Solidarity Movement), conosciuto dalle cronache solo dopo la sua morte, ha segnato la storia del conflitto israelo- palestinese, non solo come volontario ma anche come testimone. In un momento di scontro così delicato come quello di “Piombo Fuso”, in cui bombardamenti massicci e indiscriminati hanno investito una popolazione inerme, Arrigoni rimane l’unico “giornalista” a poter raccontare il massacro, mentre i giornalisti tradizionali vengono fatti allontanare da Gaza.
La storia del reporter, scrittore e attivista italiano filtra tra le righe e le immagini del suo diario come le impronte di un percorso che conduce all’umanità. Il giovane Vittorio Arrigoni è un ragazzo italiano, nato nel 1975, un ragazzo diverso dagli altri che a vent’anni invece di scegliere l’università decide di studiare presso la scuole della vita. A vent’anni inizia il viaggio umanitario di Arrigoni che dall’Italia lo porterà nell’Europa dell’est, in prevalenza con l’organizzazione non governativa IBO, nella ristrutturazione di sanatori, nella manutenzione degli alloggi per disabili o senzatetto e nell’edificazione di nuove abitazioni per profughi di guerra. Successivamente lavora in Africa, più tardi inizia la sua azione umanitaria verso i luoghi del conflitto arabo-israeliano, nella martoriata Palestina, fino a quando proprio in questa terra il 15 aprile del 2011 il giovane attivista troverà la morte.
“Restiamo Umani”/”Stay Human” è la preghiera laica con cui Vittorio Arrigoni terminava ogni suo articolo, è il grido lanciato da terre di guerra, è oggi il richiamo per ogni essere umano a non dimenticare.
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