Mercoledì 13 febbraio, i BLASTEMA si esibiranno sul palco del 63° Festival di Sanremo nella Sezione Giovani con il brano “DIETRO L’INTIMA RAGIONE”, ballata rock dalle atmosfere mutevoli, carezza sul viso e pugno allo stomaco, che indaga senza pretesa di rivelazione la parte profonda e nascosta di un individuo disposto a cambiare. A dirigere l’orchestra per i Blastema sul palco dell’Ariston sarà il Maestro Enrico Cremonesi.
I Blastema, unico gruppo in gara al Festival di Sanremo nella Sezione Giovani, sono Matteo Casadei (voce), Alberto Nanni (chitarre, cori), Luca Marchi (basso) e Daniele Gambi (batteria).
“DIETRO L’INTIMA RAGIONE” sarà contenuta nella riedizione dell’album “LO STATO IN CUI SONO STATO” (Nuvole Production/ Sony Music), frutto della collaborazione con Dori Ghezzi e Luvi De André per Nuvole Production, disponibile da giovedì 14 febbraio nei negozi tradizionali e nei principali digital store di tutto il mondo.
L’ album “LO STATO IN CUI SONO STATO” racconta le cose che cambiano davanti ai nostri occhi, spesso non per il meglio, affrontate senza nessuna intenzione di arrendersi e restituite nella loro complessità. Alla sua realizzazione hanno partecipato anche Michele Gavelli (pianoforte, synth, hammond) e Davide Rossi (archi).
« È lecito interrogarsi su quale sia questo stato – raccontano i BLASTEMA in merito al disco – Lo stato interiore, dimesso e mai pienamente appagato? Lo stato sociale, sempre più scollato, precario, fragile? Lo stato ‘nazione’, oramai sconsacrato da quegli stessi simboli che avrebbero dovuto garantirne la legittimità e il decoro? Lo stato dei fatti, degli accadimenti, delle cose, come declinazione d’esistenza appena trascorsa. Un liberato che guarda la cella ancora tiepida del proprio umano tepore. Destarsi al di fuori. Nel successivo. Nel susseguente; aprire gli occhi e nell’incertezza del coraggio, della paura, guardare. Il brano che porteremo a Sanremo – continua la rock band di Forlì – è un brano estemporaneo, creato in un momento di passaggio, nato tra gli strascichi del disco appena concluso in un territorio inerte, ma sotto la cui superficie ribollono già le idee per il nuovo disco. Perso non è colui che non sa dove andare, ma chi si dimentica perché è partito. Occorre ritrovare il senso, segretato, dietro l’intima ragione di ognuno».
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