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Si beve in compagnia, al bar, alle feste e per la strada

Si beve in compagnia, al bar, alle feste e per la strada

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“Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un’espansione e una differenziazione dei consumi come mai nella storia, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, anche il tema della trasgressione ha acquisito valenza diversa e nuova rispetto al passato”. Al affermarlo è Carla Collicelli, vice direttore della Fondazione Censis, che oggi ha presentato l’indagine dell’analisi sui dati dell’ Osservatorio Permanente Giovani e Alcool/Doxa dal 1991 al 2010 (vedi lancio precedente).

“Nel frattempo – prosegue Collicelli – su consumi e alimentazione c’è stata una forte crescita di attenzione rispetto agli stili di vita salutari ma vi è una contraddizione con la contemporanea diffusione di comportamenti a rischio nel bere e nel mangiare da cui derivano alcune delle patologie croniche dei nostri tempi”. Secondo l’analisi del Censis “stiamo vivendo il passaggio a un consumo maturo, che cerca di superare la sazietà onnivora degli ultimi tempi, ma con la destrutturazione dei pasti tradizionali e la diffusione di un consumo di bevande per piacere e fuori pasto”. Dunque il modello del bere oggi si presenta come moderato rispetto al passato, con una riduzione forte delle quantità di alcol consumate, aumenta la platea dei consumatori ma è più consapevole e gli eccessi sono ridotti in Italia rispetto agli altri paesi europei. “Accanto a ciò cresce e avanza un modello nuovo di consumo di alcolici da parte dei giovani, la moda del fuori pasto e l’aumento degli aperitivi con diversità territoriali tra le regioni” continua Collicelli.

Il Censis ha svolto una doppia analisi, sia sui consumi dei giovani nel tempo, sia sul rapporto con l’alcol dei giovani di 20 anni fa che oggi sono adulti. “Dalle indagini Doxa emerge che i giovani fra i 15 e i 24 anni, cambiano le tipologie di bevande, con una riduzione del vino e un aumento degli aperitivi – spiega Collicelli – Emerge con evidenza che il consumo di 1-3 giorni alla settimana, quello prevalente, è l’indice di una concentrazione di consumi nel corso del weekend e delle attività di divertimento fuori della famiglia”. Ma con chi bevono i giovani? Il bere da soli tende a ridursi, con i familiari e i parenti si beve ancora ma la tendenza è in calo. Si beve con amici e amiche (anche il vino), dal 2000 in poi si consumano alcolici di più in compagnia e al bar, diventato luogo della relazione del tempo libero. Dal 2005 in poi, si beve molto alle feste, ma anche all’aperto e per strada, questo avviene in modo particolare per la birra. In discoteca sono i superalcolici che hanno il valore di consumo più elevato.

La seconda analisi ha riguardato un confronto fra i giovani del 1991 (15-24 anni), i giovani adulti tra i 25 e i 34 anni del 2000 e tra gli adulti 35-44 anni del 2010. “C’è un sostenziale contenimento del consumo di bevande alcoliche al superamento dei 35 anni. Questo vale per birra, aperitivi e superalcolici, meno per il vino – spiega il vicedirettore Censis – l’abitudine di bere fino a ubriacarsi diminuisce drasticamente rispetto al 1991”. All’aumento dell’età anagrafica corrisponde una diminuzione dei consumi di alcol, e soprattutto di quelli eccessivi; si beve quotidianamente, ma in maniera più moderata. Calano i consumi regolari ed eccessivi di superalcolici ed aperitivi, che vengono bevuti solo in particolari occasioni (feste, vacanze ed in casa lontano dai pasti), aumenta il consumo di vino tra amici e di tutte le bevande alcoliche con il partner. Da adulti si preferisce la qualità alla quantità.

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