Sos radiazioni nello spazio, Esa al lavoro per gli scudi del futuro
I viaggi nello Spazio profondo sono il futuro: volare verso Marte è l’obiettivo più noto e ambito delle prossime esplorazioni e per riuscirci entro il 2030, data prefissata per il primo volo umano sul pianeta rosso, gli scienziati sia dell’Esa che della Nasa sono al lavoro per minimizzare le difficoltà.
L’Agenzia spaziale europea (Esa) si sta concentrando sulle radiazioni. E’ stato messo a punto un sistema indossabile che in tempo reale spedisce sulla Terra un’istantanea delle radiazioni a cui è esposto un astronauta a bordo della Stazione spaziale internazionale.
Il sistema European Crew Personal Active Dosimeter- EuCPAD – somiglia un caricatore portatile per smartphone ed è stato inviato sul più avanzato avamposto umano nello Spazio con l’ultimo viaggio del Falcon, così da essere pronto per novembre, quando l’astronauta Thomas Pesquet lo sperimenterà durante la sua missione.
Come funziona EuCPAD per il controllo delle radiazioni nello spazio
L’esposizione alle radiazioni aumenta con l’altitudine. Così, chi vive in montagna è più esposto di chi vive in riva al mare, mentre gli equipaggi degli aerei ricevono una dose di radiazioni ancora superiore. Stessa cosa accade agli astronauti in missione, tant’è che sono specificamente classificati come lavoratori esposti alle radiazioni.
Per tenere sotto controllo questo aspetto indossano sempre una sorta di dosimetro, che monitora il grado di esposizione per evitare che questa sia superiore ai limiti consentiti. E’ un sistema che funziona, ma è perfettibile. Per questo gli scienziati e i tecnici dell’Agenzia spaziale europea hanno creato l’European Crew Personal Active Dosimeter – EuCPAD -, dosimetro elettronico che manda informazioni in tempo reale sull’esposizione e sulle radiazioni dell’ambiente intorno all’astronauta.
E’ un sistema in grado di distinguere anche tra i diversi tipi di radiazione, capace di riconoscere anche le alte energie delle radiazioni cosmiche che vengono da lontano, da oltre la nostra Via Lattea. Uno dei pericoli maggiori a cui saranno esposti gli astronauti che prenderanno parte alle missioni del futuro è quello delle radiazioni cosmiche galattiche, che hanno origine al di fuori del Sistema Solare e sono caratterizzate da nuclei atomici ad alta energia e alta velocità, schizzati via dalle stelle morenti.
Sprigionano un’energia così forte da rendere impossibile, al momento, uno scudo totale verso di loro. Addirittura, un protezione potrebbe peggiorare le cose, dando vita una specie di doccia di particelle secondarie. Per questo è importante capire come si comportano le radiazioni.
I primi test di EuCPAD per il controllo delle radiazioni nello spazio
L’European Crew Personal Active Dosimeter è stato sperimentato già sulla Stazione spaziale lo scorso settembre con la missione dell’astronauta Esa Andreas Mogensen. Grazie alla nuova spedizione sarà regolarizzato l’invio di dati a terra in tempo reale. Questo permetterà di capire anche quali zone della Stazione spaziale sono più esposte alle radiazioni e quali più riparate, e di dare così indicazioni per costruire le navi spaziali del futuro.
Anche la Nasa, intanto, sta lavorando guardando ai prossimi anni e allo Spazio profondo. L’agenzia statunitense si è infatti alleata con il Baylor College of Medicine di Houston per sviluppare approcci nuovi e sicuri per la salute degli astronauti impegnati in missioni di lunga durata, come quella che li porterà su Marte. Il Nasa Translational Research Institute (NTRI) si occuperà di trasformare la teoria in pratica, creerà un modello che partendo dai risultati delle analisi cliniche provvederà a degli strumenti per la salute e la cura degli astronauti.
(dire.it)
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