“Togliamoci il fumo dagli occhi!” è il titolo della prima indagine sul fumo nelle scuole che Cittadinanzattiva ha condotto da fine 2010 ad oggi (nell’ambitodella campagna nazionale per la sicurezza Impararesicuri) presso scuole medie inferiori e superiori italiane. Obiettivo: monitorare la diffusione del fumo tra gli studenti, ma anche tra gli insegnanti, i dirigenti scolastici e il personale ausiliario. L’indagine viene presentata oggi al Senato alla presenza dei senatori Ignazio Marino (Pd) e Antonio Tomassini (Pdl), cofirmatari del disegno di legge “Disposizioni per la tutela della salute e per la prevenzione dei danni derivanti dal consumo dei prodotti del tabacco” che propone, tra le altre cose, di vietare la vendita delle sigarette ai minorenni e di proibire il fumo anche negli spazi aperti delle scuole. Il campione dell’indagine, non statistico come precisano i promotori, si compone di 3.213 ragazzi, 1.572 delle medie e 1.641 delle superiori, che hanno risposto a questionari anonimi. Sono 154 le scuole coinvolte (81 superiori e 73 medie), di 15 regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana ed Umbria.
Vizio comune. Quello che emerge innanzitutto è che il vizio di fumare a scuola accomuna studenti e insegnanti. Quasi uno studente su tre delle superiori (il 31%) dichiara di accendere la sigaretta negli ambienti scolastici, mentre questo succede per il 4% dei ragazzi delle medie. Però, ben l’82% degli studenti superiori e il 51% degli studenti medi dicono di aver visto altri compagni fumare durante l’orario scolastico: ciò significa che il numero di chi ammette di fumare a scuola è inferiore rispetto a quello di chi poi effettivamente lo fa. E come si comportano i docenti? Gli studenti li hanno mai visti fumare a scuola? Risposta affermativa per il 77% degli studenti superiori e il 49% delle medie.
Divieto e sanzioni. Più della metà dei ragazzi (59% del campione delle superiori e 56% nelle scuole medie) è consapevole che esiste un divieto di fumo nelle scuole, ma considerano che è un divieto solo sulla carta, dal momento che dichiarano di essere stati puniti in maniera sistematica solo nel 17% dei casi alle superiori e nel 36% alle medie. La sanzione più frequente adottata nei confronti degli studenti delle superiori è la multa (nel 31% dei casi) tra i 25 e i 100 euro, mentre nelle scuole medie è la sospensione (32%). E’ scarso invece il coinvolgimento della famiglia, avvisata o convocata solo nel 6% dei casi di studenti superiori e nel 15% di quelli delle medie sorpresi a fumare. “Nelle nostre scuole sono in gran parte assenti i cartelli con il divieto di fumare, la vigilanza scarseggia così come le sanzioni e gli adulti non sempre si propongono come modelli positivi”, afferma Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva. “In questo contesto condividiamo la necessità di estendere il divieto di fumo a tutti gli ambienti della scuola, compreso il cortile, sia per tutelare anche chi non fuma dai rischi del fumo passivo sia per questioni di sicurezza legate al rischio incendio, che potrebbe scaturire a causa delle sigarette. Gli interventi repressivi devono però andare di pari passi con la formazione ed informazione come da anni facciamo con la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, in programma anche quest’anno il prossimo 25 novembre”. “Crediamo – continua Bizzarri – che i corsi di formazione ed aggiornamento sul tabagismo previsti dal disegno di legge vadano estesi anche a dirigenti, docenti e collaboratori scolastici, perché sia chiaro che a tutto il personale della scuola compete la promozione e la tutela della salute e della sicurezza all’interno dell’edificio scolastico”.
Cosa si fuma? Dall’indagine emerge che i ragazzi fumano soprattutto sigarette (94% dei campione delle superiori, e 93% delle medie), ma anche altro (13% delle superiori, 7% delle medie), prevalentemente spinelli.
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