(di Alfonso Tiberi) – L’infezione da papilloma-virus HPV è oggi molto frequente. Il papillomavirus si trasmette principalmente per via sessuale, ma, come ormai viene riportato dalla letteratura scientifica anche per fomiti (indumenti, oggetti, etc..) Esistono vari tipi di HPV, ma solo alcuni sono quelli responsabili del carcinoma del collo dell’utero.
Infatti il 70% dei casi di cancro del collo dell’utero è dovuto all’infezione da papilloma virus. Con l’abbassamento dell’età media del primo rapporto sessuale (15 anni) le prime alterazioni cellulari si manifestano già verso i 20-22 anni. Infatti il tempo di manifestazione dell’infezione da papillomavirus ha un periodo di latenza di 5-6 anni dal primo rapporto infetto.
Inoltre concause come il fumo, lo stress e la depressione immunitaria aiutano lo sviluppo del virus e quindi l’evoluzione da una semplice alterazione della cellula fino al carcinoma.
Di recente è stato scoperto il vaccino per quei tipi di HPV (6. 11. 16. 18) responsabili del carcinoma e dei condilomi acuminati.
Nello specifico i virus 6 -11 sono responsabili dei condilomi acuminati (creste di gallo) sia nella donna che nell’uomo, mentre i virus 16 18 sono altamente cancerogeni; sono considerati, quindi, ad alto rischio per il cancro del collo dell’utero.
Con la vaccinazione sarà possibile far sviluppare anticorpi per la protezione necessaria dall’HPV.
Il vaccino sarà somministrato gratuitamente alle donne entro il 12° anno di età dal Servizio Sanitario Nazionale. Le modalità di somministrazione sono molto semplici: dopo la prima dose, la seconda sarà somministrata dopo un mese e la terza dopo sei mesi. Non ci sono effetti collaterali pericolosi, forse potrebbe verificarsi un pò di febbre ma solo in rari casi; va evitata la somministrazione a persone immunodepresse.
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