(Di Carlo Di Stanislao) La seconda parte del calendario di Varese green city, il progetto che si propone di trasformare la città-giardino (appellativo che descrive perfettamente il connubio tra arte e natura che, da diversi secoli, caratterizza l’anima della città), in vista dell’Expo 2015, parte, con qualche polemica, con una giornata, domani 8 marzo, dedicata alle donne: tre ore a Palazzo Estense per sperimentare yoga, agopuntura, massaggio ed osteopatia e vari tipi di danze rituali e psicoginnastiche di provenienza orientale, indirizzate al benessere generale e più significantemente femminile.
Sempre legato al benessere anche il tema dell’alimentazione, dai disturbi ai test sulle intolleranze al centro degli incontri in programma per il 10 aprile a partire dalle 20.30 sempre nel Salone Estense. E dopo i buoni risultati raggiunti con i “cuori” venduti dai panettieri in occasione della Giubia, il 25 aprile, si festeggerà San Giorgio, nella tipica tradizione della “festa dei lattai”, con una settimana in cui panettieri e pasticceri produrranno un altro dolce tipico di Varese, ormai quasi scomparso, il Pan Mejini: tipica delizia Lombarda, il cui nome deriva dalla parola miglio, ingrediente molto usato in antichità e che, mischiato ad altre farine, serviva anche per produrre il pane.
A Varese, nella antichità, nel giorno di San Giorgio, data in cui fiorivano i sambuchi, si solennizzava l’antico patto fra cielo-terra e uomo, preparando il pan de mej cosparso di fiori di sambuco e i lattai, per l’occasione, regalavano ai propri clienti la panna liquida per accompagnare questo delizioso dolce.
Quanto a San Giorgio, cavaliere e martire, per avere un’idea del suo diffusissimo culto, nella sola Italia vi sono ben 21 Comuni che portano il suo nome e, ancora, Georgia è il nome di uno Stato o degli U.S.A. e di una Repubblica caucasica ed infine sei re di Gran Bretagna e Irlanda, due re di Grecia e altri dell’Est europeo, portarono il suo nome. È patrono dell’Inghilterra, di intere Regioni spagnole, del Portogallo, della Lituania; di città come Genova, Campobasso, Ferrara, Reggio Calabria e di centinaia di altre città e paesi. Forse nessun santo sin dall’antichità ha riscosso tanta venerazione popolare, sia in Occidente che in Oriente; chiese dedicate a s. Giorgio esistevano a Gerusalemme, Gerico, Zorava, Beiruth, Egitto, Etiopia, Georgia da dove si riteneva fosse oriundo; a Magonza e Bamberga vi erano delle basiliche; a Roma vi è la chiesa di S. Giorgio al Velabro che custodisce la reliquia del cranio del martire palestinese; a Napoli vi è la basilica di S. Giorgio Maggiore; a Venezia c’è l’isola di S. Giorgio.
Il santo protettore di Varese è S. Vittore, festeggiato l’8 maggio, ma da sempre gli abitanti della città-giardino amano particolarmente S. Giorgio, figura avvolta nel mistero, con gli studiosi che da secoli cercano di stabilire chi veramente fosse, quando e dove sia vissuto e le cui poche notizie sono nella “Passio Georgii”, che il ‘Decretum Gelasianum’ del 496, classifica tra le opere apocrife (supposte, non autentiche, contraffatte); inoltre in opere letterarie successive, come “De situ terrae sanctae” di Teodoro Perigeta del 530 ca., il quale attesta che a Lydda (Diospoli) in Palestina, oggi Lod presso Tel Aviv in Israele, vi era una basilica costantiniana, sorta sulla tomba di san Giorgio e compagni, martirizzati verosimilmente nel 303, durante la persecuzione di Diocleziano (detta basilica era già meta di pellegrini prima delle Crociate, fino a quando il sultano Saladino (1138-1193) la fece abbattere.
Il culto per il martire iniziò quasi subito, come dimostrano i resti archeologici della basilica eretta qualche anno dopo la morte (303?) sulla sua tomba nel luogo del martirio (Lydda); la leggenda del drago comparve molti secoli dopo nel Medioevo, quando il trovatore Wace (1170 ca.) e soprattutto Jacopo da Varagine († 1293) nella sua “Leggenda Aurea”, fissano la sua figura come cavaliere eroico, che tanto influenzerà l’ispirazione figurativa degli artisti successivi e la fantasia popolare. Essa narra che nella città di Silene in Libia, vi era un grande stagno, tale da nascondere un drago, il quale si avvicinava alla città, e uccideva con il fiato quante persone incontrava. I poveri abitanti gli offrivano per placarlo, due pecore al giorno e quando queste cominciarono a scarseggiare, offrirono una pecora e un giovane tirato a sorte. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, il quale terrorizzato offrì il suo patrimonio e metà del regno, ma il popolo si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli, dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane fanciulla piangente si avviò verso il grande stagno. Passò proprio in quel frangente il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell’imminente sacrificio, tranquillizzò la principessina, promettendole il suo intervento per salvarla e quando il drago uscì dalle acque, sprizzando fuoco e fumo pestifero dalle narici, Giorgio non si spaventò, salì a cavallo e affrontandolo lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra.
Il progetto Varese green city è partito a dicembre dello scorso anno ed è fatto di una serie di eventi che coniugano qualità di vita, rispetto dell’ambiente e valorizzazione delle bellezze del territorio.
Progetto encomiabile ed ambizioso a che intende svilupparsi in futuro, in funzione dell’Esposizione Universale del 2015. Per questa ragione ingloba, oltre al principio naturalistico, alcuni concetti essenziali come la nutrizione e l’energia.
A dicembre scorso i primi passi, con l’allestimento, in piazza Monte Grappa, del “Giardino d’Inverno”,: riproduzione di un ambiente naturale tipico dell’area, in versione invernale e con percorsi guidati nei parchi della città, nelle serre più caratteristiche del territorio e conferenze, rivolte ad adulti, bambini, gruppi scolastici ed appassionati.
Partner della iniziativa Aspem Gruppo a2a, la Fondazione Comunitaria del Varesotto e UBI per i laboratori del Distretto Urbano del Commercio.
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