Vasco Rossi in una nota a versi, pubblicata su facebook scrive: ”Dichiaro felicemente conclusa la mia straordinaria attivita’ di Rockstar. Questo non significa che smetterò di scrivere canzoni e di cantarle
E neppure smetterò di fare concerti, Voglio trovare nuove maniere, nuovi modi, cambiare le vecchie regole, anche nel modo e nei tempi di uscita delle mie canzoni”.
Insomma, la nostra Rockstar non si è ritirata, vuole solo cambiare la forma ma non la sostanza.
Vasco ha poi anticipato il titolo del prossimo lavoro: ‘I soliti’ e ha spiegato ”di voler diffondere il concetto che la Canzone d’Autore fa parte della Cultura che conta”.
Sempre su facebook, qualche ora prima dell’ultimo comunicato, ha precisato le sue condizioni di salute.
Assumo (da tempo) un cocktail di antidepressivi, psicofarmaci, ansiolitici, vitamine e altro , studiato da una equipe di medici, che mi mantiene in questo “equilibrio” accettabile.
L’equipe è composta da: il dottor Gatti, mio medico di base con velleità da cantautore, il Dott. Giancarlo Boncompagni, primario del reparto psichiatrico dell’ospedale sant’Orsola di Bologna, ilDott. Lucio Loreto, specializzato in omeopatia e milanista, il dott. Beppe Monetti, radiologo, primario della clinica Nigrisoli di Bologna sempre abbronzato , il Dott. Giorgio D’alessandro fisiatra e psicoterapeuta, esperto in agopuntura, massaggio neuromuscolare e ayurvedico specializzato nella terapia del dolore (oltre che campione del mondo di “Sambo” una specie di lotta libera). A questi si è aggiunto il Dott. Paolo Guelfi direttore sanitario della clinica privata VillAlba, splendida persona oltre che serio professionista.
Punto di riferimento, responsabile della gestione e la coordinazione generale, anche nelle situazioni particolarmente serie e complicate, è del Prof. Mario Mastrorilli, chirurgo toracico, medico di grande esperienza, professionista serio e scrupoloso, con una competenza grande quasi come la sua anima. (trascorre ogni anno qualche mese in africa per curare gratuitamente bambini).
Se sono vivo lo devo a loro e a tutta questa valanga di chimica che assumo.
NON avrei superato tutte le consapevolezze, le sofferenze e la profonda depressione nella quale ero sprofondato nel 2001.
Ho passato un lungo periodo di tempo in cui ogni cosa mi sembrava
li per ricordarmi come la vedevo diversa, prima.
Come mi risultava fastidiosa adesso mentre la trovavo normale e soddisfacente.
E quella continua sensazione di groppo in gola, di sconsolata tristezza.
Un velo opaco, grigio, su ogni cosa.
Essere di cattivo umore sempre, dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina. Ogni giorno, ogni momento. Per settimane… mesi. Sempre.
Non avrei nemmeno salutato
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